2015-05-30 20:17:00

Sulle elezioni di domani pesa la questione "impresentabili"


Domani circa 22 milioni di italiani andranno alle urne per rinnovare 7 regioni e 742 comuni. Quella di oggi è la giornata di silenzio elettorale in vista del voto. Ma Forza Italia accusa il premier Renzi di aver violato la regola intervenendo ad un dibattito politico a Trento. E sullo sfondo restano le polemiche, soprattutto interne al Pd, sull’elenco dei cosiddetti impresentabili. Servizio di Giampiero Guadagni:

Non ha affrontato direttamente il tema delle elezioni regionali. Ma l’intervento di Renzi al Festival dell’economia di Trento - nel quale ha ribadito che il voto amministrativo non avrà effetti sul suo governo e ha ricordato di essere in prima linea sulla legalità - ha scatenato la reazione di Forza Italia, che denuncia la violazione del silenzio elettorale, chiedendo l’intervento del Capo dello Stato. Ultime schermaglie dunque, poi urne aperte domani dalle 7 alle 22, solo in  Sicilia anche lunedì.  Si vota in 7 Regioni:  Liguria, Toscana, Marche, Umbria Puglia, attualmente governate dal centrosinistra; Veneto e Campania, finora a guida centrodestra. Si vota anche in 742 comuni, tra cui 17 città capoluogo, la principale delle quali è Venezia. Per le regionali, sistemi elettorali diversi da Regione a Regione, ma sempre turno unico con premio di maggioranza al candidato governatore che ottiene più voti. Fa eccezione la Toscana, dove è previsto il ballottaggio tra i due più votati se nessuno raggiunge almeno il 40% dei voti. Nei Comuni con oltre 15mila abitanti si vota a doppio turno, con il ballottaggio, previsto per il 14 giugno, se nessuno supera il 50%.

 

Per il presidente della Cei, il cardinale Bagnasco, la pubblicazione della lista sui politici " impresentabili" e' da risolvere "sempre meglio sul piano giuridico, legale, politico, legislativo" ma "chi si presenta per fare un servizio al paese deve farlo in modo onorabile". Sull'opportunità di presentare questa lista a due giorni dal voto, Alessandro Guarasci ha sentito il presidente dell'Istituto Sturzo Nicola Antonetti:

 R. – Non credo che abbia senso. Noi abbiamo una legislazione che verifica l'eleggibilità del candidato. Poi c’è una legge che verifica l’elezione. Il fatto che siano usciti l’ultimo giorno, non pregiudica il fatto che questi sono candidati. E' una sorta di indicazione: additare al pubblico delle persone da non votare. I partiti per fare una lista devono depositare in tribunale la lista ed impegnarsi ad assecondare tutte le norme di legge. Quindi ogni partito si prende la responsabilità di quello che ha fatto.

D. – Ma, secondo lei, è una decisione che risente del clima di tensione che c’è all’interno del Pd?

R. – Riscontra un'effettiva difficoltà di coesione interna a questo grande partito. C’è stato non solo uno scambio generazionale con l’avvento di Renzi, ma c’è stato anche uno scambio di cultura politica. La generazione di Renzi è la generazione che, sul risultato, costruisce il modello politico.

D. – Secondo lei, questa campagna elettorale è stata caratterizzata molto da temi nazionali e troppo poco da temi locali?

R. – Questo tema qui poteva risolversi con la legge, con il diritto. E’ diventato un caso politico e quindi è stato argomento prevalente, il che è molto triste. Con un Paese disastrato ecologicamente, amministrativamente, per le elezioni regionali di questo si sarebbe dovuto parlare con più attenzione e più competenza. Quello che tutti i partiti dovrebbero essere impegnati a fare, ma tutte le agenzie educative, è ristabilire il concetto di pubblico, cioè di ciò che interessa a tutti. 

 








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