2015-06-02 14:02:00

2 giugno. Mons. Marcianò: per Italia sia festa del bene comune


La tradizionale parata militare in Via dei Fori Imperiali, a Roma, alla presenza del capo dello Stato, Sergio Mattarella, e degli altri vertici istituzionali, è stata il fulcro delle celebrazioni per la 69.ma Festa della Repubblica italiana. Nel messaggio inviato al Capo di Stato Maggiore della Difesa, generale Claudio Graziano, il presidente ha rivolto prima di tutto il pensiero “alla memoria dei militari italiani che hanno perso la vita al servizio della Patria". "Ieri, ha precisato Mattarella, nel lungo e travagliato percorso che ha reso l'Italia una nazione libera, democratica e in pace. Oggi, in Paesi attraversati da conflitti e devastazioni, in aiuto a popolazioni sofferenti che nella presenza delle Forze Armate italiane ritrovano la fiducia nel futuro e la speranza per un mondo migliore". Sul clima e i motivi di questa giornata, Luca Collodi ha intervistato l’arcivescovo Ordinario Militare per l’Italia, mons. Santo Marcianò:

R. – Credo che la Festa della Repubblica sia la festa del bene comune, cioè di un’Italia unita che vive la democraticità, che vive la libertà. Credo che si debba ripartire da questa giornata di festa per rilanciare all’Italia il grido dei valori: prima di tutto, il valore dell’unità. Penso che in questo momento storico l’Italia abbia bisogno di ritrovare unità nella solidarietà dei suoi cittadini, senza differenze tra Nord e Sud, senza discriminazioni, senza bisticci. Il Capo dello Stato, ultimamente, ha fatto riferimento proprio a questo riguardo alla politica, perché c'è il rischio di una diminuzione della democrazia: l’abbiamo visto anche nell’astensionismo alle ultime elezioni amministrative. La Festa della Repubblica del 2 giugno, deve diventare questo grido per un’Italia che è un Paese democratico, per un’Italia che si contraddistingue, direi, per la sua unità. Mi ha colpito quest’anno, a differenza degli altri anni – per me è il terzo anno – la partecipazione di tanta gente alla sfilata dei Fori Imperiali a Roma. Mi chiedevo: forse la gente ha bisogno di ritrovarsi insieme, ha bisogno di ritrovarsi insieme attorno a dei simboli, attorno a dei punti di riferimento – la bandiera italiana, il Presidente della Repubblica, il governo… Credo che questa festa debba rimanere tale per continuare a stimolare il popolo italiano a vivere sempre più profondamente la sua civiltà.

D. – Mons. Marcianò, riscoprire i valori che tengono insieme una comunità offre identità. Identità che può favorire apertura all'altro, accoglienza e integrazione…

R. – L’identità non è da cancellare. L’identità dell’Italia è quella di un Paese aperto, di un Paese accogliente, di un Paese che non discrimina, di un Paese che non è razzista. E noi lo abbiamo visto, ultimamente, nelle operazioni di salvataggio dei nostri fratelli che da lontano vengono qui per trovare civiltà, libertà, per ritrovare il senso della propria vita e la possibilità di vivere. Credo che questi siano i valori che identificano il Paese. E credo che questi valori, e in modo particolare il valore dell’unità, oggi più che mai siano da rimarcare, da far valere. Penso agli estremismi del fondamentalismo: credo che questi estremismi si combattano con l’assunzione di questi valori. Gli italiani ne sono convinti, ma forse hanno bisogno ancora di più di rendersi conto che più si è uniti, più si vive quell’identità legata a quei valori a cui ho fatto riferimento, più si è capaci, abilitati – direi quasi – a respingere le pressioni e addirittura le provocazioni dei fondamentalismi. 

D.- La Festa della Repubblica richiama il ruolo delle Forze Armate al servizio del Paese...

R.- La Gaudium et Spes fa riferimento a quello che è il compito, a quelli che sono i compiti dei militari: i militari sono a servizio della sicurezza; i militari sono a servizio della libertà, della difesa della libertà e quindi sono i difensori della pace. Il Concilio questo lo dice con estrema chiarezza e se il Concilio parla della vita militare e della militarità evidentemente i militari hanno una loro - tra virgolette - importanza all’interno di una società, di un popolo, di un Paese; sono necessari proprio perché costituiscono questa garanzia, questa possibilità di difesa in senso ampio. Qui si comprende il senso autentico della militarità, che per noi si identifica con la custodia della pace, con il sentire la necessità che tutti possano vivere nella serenità e nel rispetto dei valori umani.








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