Le Chiese in Germania, chiedono ai leader politici che parteciperanno alla prossima riunione del G7 di prendere in considerazione nelle loro deliberazioni e decisioni “in primo luogo l’impatto sui poveri”. Questo è, per il presidente della Conferenza episcopale tedesca (Dbk), il card. Reinhard Marx, e per il presidente del Consiglio della Chiesa evangelica in Germania (Ekd), il vescovo Heinrich Bedford-Strohm, il solo modo con il quale il G7 potrà “contribuire alla promozione della giustizia globale”.
Attenzione agli ultimi, unica prospettiva per ottenere la giustizia globale
La dichiarazione congiunta, resa nota ieri sera, chiede a tutti i credenti di riunirsi
in preghiera “per il successo dell’incontro del G7”. I rappresentanti dei 7 Paesi
più industrializzati si incontreranno domenica 7 e lunedì 8 giugno presso lo Schloss
Elmau vicino a Garmisch-Partenkirchen, nelle Alpi bavaresi. Per Marx e Bedford-Strohm
l’attenzione agli ultimi è l’unica prospettiva che porti all’ottenimento della giustizia
globale: “Il 90% della ricchezza mondiale è ancora nella mani del 10% delle nazioni
più ricche - ricordano i due estensori della dichiarazione - e la distribuzione ineguale
delle possibilità di vita è peggiorata in molti Paesi”. Le Chiese cattolica ed evangelica
della Germania si aspettano quindi “un sì chiaro a rendere più equo il commercio mondiale
e le catene di creazione di valori”.
Apertura dei mercati per i prodotti dei Paesi poveri
Nella dichiarazione cattolica ed evangelica è richiesto anche un impegno concreto
del G7 per l’adozione di obiettivi di sviluppo sostenibile da presentare presso l’Assemblea
generale delle Nazioni Unite nel mese di settembre a New York, e alla Conferenza internazionale
sui cambiamenti climatici che si terrà a dicembre a Parigi (Cop21). In tutti questi
ambiti i leader dovrebbero “favorire il bene comune globale ed essere pronti a impostare
gli interessi nazionali, soprattutto per quanto riguarda l’apertura dei mercati per
i prodotti dei Paesi poveri”. Inoltre, il cardinale e il vescovo hanno ribadito con
forza che la prospettiva per i Paesi del G7 dovrà essere quella di giungere ad una
“dichiarazione vincolante per aumentare, entro il 2020, il loro finanziamento della
cooperazione allo sviluppo fino allo 0,7% del reddito nazionale lordo”. (R.P.)
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