2015-06-05 13:23:00

Germania: dichiarazione cattolico-evangelica per il G7 in Baviera


Le Chiese in Germania, chiedono ai leader politici che parteciperanno alla prossima riunione del G7 di prendere in considerazione nelle loro deliberazioni e decisioni “in primo luogo l’impatto sui poveri”. Questo è, per il presidente della Conferenza episcopale tedesca (Dbk), il card. Reinhard Marx, e per il presidente del Consiglio della Chiesa evangelica in Germania (Ekd), il vescovo Heinrich Bedford-Strohm, il solo modo con il quale il G7 potrà “contribuire alla promozione della giustizia globale”. 

Attenzione agli ultimi, unica prospettiva per ottenere la giustizia globale 
La dichiarazione congiunta, resa nota ieri sera, chiede a tutti i credenti di riunirsi in preghiera “per il successo dell’incontro del G7”. I rappresentanti dei 7 Paesi più industrializzati si incontreranno domenica 7 e lunedì 8 giugno presso lo Schloss Elmau vicino a Garmisch-Partenkirchen, nelle Alpi bavaresi. Per Marx e Bedford-Strohm l’attenzione agli ultimi è l’unica prospettiva che porti all’ottenimento della giustizia globale: “Il 90% della ricchezza mondiale è ancora nella mani del 10% delle nazioni più ricche - ricordano i due estensori della dichiarazione - e la distribuzione ineguale delle possibilità di vita è peggiorata in molti Paesi”. Le Chiese cattolica ed evangelica della Germania si aspettano quindi “un sì chiaro a rendere più equo il commercio mondiale e le catene di creazione di valori”. 

Apertura dei mercati per i prodotti dei Paesi poveri
Nella dichiarazione cattolica ed evangelica è richiesto anche un impegno concreto del G7 per l’adozione di obiettivi di sviluppo sostenibile da presentare presso l’Assemblea generale delle Nazioni Unite nel mese di settembre a New York, e alla Conferenza internazionale sui cambiamenti climatici che si terrà a dicembre a Parigi (Cop21). In tutti questi ambiti i leader dovrebbero “favorire il bene comune globale ed essere pronti a impostare gli interessi nazionali, soprattutto per quanto riguarda l’apertura dei mercati per i prodotti dei Paesi poveri”. Inoltre, il cardinale e il vescovo hanno ribadito con forza che la prospettiva per i Paesi del G7 dovrà essere quella di giungere ad una “dichiarazione vincolante per aumentare, entro il 2020, il loro finanziamento della cooperazione allo sviluppo fino allo 0,7% del reddito nazionale lordo”. (R.P.)








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