2015-06-05 11:30:00

Iraq, mons. Warda: serve il sostegno della comunità cristiana


A Erbil, nel Kurdistan iracheno, la diocesi ospita in questo momento 120 mila cristiani fuggiti da Mosul e dalla piana di Ninive. La fondazione Aiuto alla chiesa che soffre, che sta finanziando un ingente piano di aiuti, ha organizzato a Roma, presso l’Associazione stampa estera, una conferenza per dare voce alle difficoltà che i cristiani vivono nella regione. Eugenio Murrali ha intervistato mons. Bashar Warda, arcivescovo caldeo di Erbil:

R. – After 10 months of the events of August 2014, now we have some 13 thousand families…
A dieci mesi dagli eventi di agosto 2014, ci sono ormai circa 13 mila famiglie suddivise in tre categorie: quelle che fin dall’inizio si trovano in case prese in affitto per conto proprio e sono circa 7 mila, altre 900-1000 che vivono in case prefabbricate. Come Chiesa, poi, nel settembre dello scorso anno abbiamo iniziato un programma di affitto di case per famiglie e in questo programma ne abbiamo inserite circa 1.800. Le persone restano in attesa di notizie riguardo a una liberazione e alla garanzia della restituzione delle terre. Purtroppo, però, nulla di tutto questo è previsto nel futuro prossimo. Come Chiesa, pertanto, noi le ospitiamo con programmi che riguardano tutela, istruzione e sostegno.

D. – Quali problemi si trovano ad affrontare queste persone, nelle condizioni in cui sono?

R. – Decent shelter is a priority now, because also those families who have rented on their account…
La priorità ora è quella di garantire un tetto decente, perché anche quelle famiglie che avevano affittato una casa per conto loro, adesso iniziano a trovarsi in difficoltà economiche: le incombenze sono molte e quello che avevano l’hanno speso. Noi riceviamo molte richieste da parte delle persone bisognose di un alloggio. In merito all’istruzione, il governo iracheno ha aiutato i ragazzi a non perdere l’anno, benché in realtà non sia stato un vero e proprio anno accademico. Anche in questo ambito la Chiesa dovrà intervenire e aiutare. Per quanto riguarda la salute: questo è un altro problema, specialmente per i malati cronici o per le persone che hanno bisogno di interventi chirurgici, ma che non hanno risorse economiche per affrontare tali necessità.

D. – Di cosa avete maggiormente bisogno, in questa situazione?

R. – I need the support of the Christian community and of the Churches to help me and help…
Io ho bisogno del sostegno della comunità cristiana e di quella delle Chiese per aiutare me e altri vescovi a permettere alla gente di rimanere. Noi forniamo un alloggio dignitoso, un’istruzione adeguata e anche l’assistenza sanitaria. Devo dire che ringrazio il Signore perché abbiamo trovato tantissimo aiuto, tantissime risposte dalla Chiesa.  Poco tempo fa, abbiamo ricevuto la notizia che Acs ha donato due milioni di euro per l’affitto delle case, la Conferenza episcopale italiana ha donato due milioni e 600 mila euro per l'edificazione di un’università, Acs ha costruito otto scuole. Ci sono tante organizzazioni e Chiese che hanno donato e così noi speriamo di poter continuare, con l’aiuto e la solidarietà che la comunità internazionale ha dimostrato, a sostenere le famiglie.

D. – Quanto è importante la presenza dei cristiani iracheni nel Paese?

R. – Iraqi Christians, they are part of the history, part not only of the past but of the present day…
I cristiani iracheni sono parte della Storia, non solo del passato, ma anche dei giorni nostri. Noi abbiamo gestito l’istruzione e il sistema sanitario, siamo stati mediatori tra le comunità. La ricchezza delle Chiese cristiane ha influenzato la vita di tanti musulmani. In un’epoca in cui alcuni fanatici vorrebbero avere una società irachena tinta di un solo colore – cosa che sarebbe veramente un disastro – noi  come Chiesa abbiamo la missione di aiutare la comunità non semplicemente a “rimanere”, ma a svolgere un ruolo importante nel processo di riconciliazione. Finora, una delle voci più forti che si sia levata a favore della riconciliazione viene dalla Chiesa. E noi continueremo su questa strada.








All the contents on this site are copyrighted ©.