2015-06-06 20:50:00

Papa ai giovani: siate uniti, onesti e costruttori di pace


“Voi fiori di primavera del dopoguerra lavorate tutti insieme per la pace, che questo sia un Paese di pace”. E’ l’augurio spontaneo che anche in lingua croata, il Papa lascia ai giovani, nel suo ultimo incontro del pomeriggio a Sarajevo. E’ un colloquio fatto di testimonianze, canti e danze siglato dal volo di una colomba nella cornice del Centro giovanile “Giovanni Paolo II”, luogo significativo, in cui dalla fine della guerra i ragazzi sono impegnati in progetti di convivenza e dialogo interetnico e interreligioso. Il servizio di Gabriella Ceraso :

“Il compito che vi lascio è fare la pace”: questa l’ultima consegna del Papa ai giovani di Bosnia ed Erzegovina al termine di un incontro festoso, un vero a tu per tu con loro, fatto di musica, cori e testimonianze. “I giovani si sono preparati in modo speciale a questo incontro e vogliono dare il loro contributo al processo di pace ancora in corso”, spiega mons Semren, responsabile della pastorale giovanile.

Poi sono due ragazzi a rompere il ghiaccio e a prendere la parola:

“Zovem se Darko Majstorović, profesor sam tjelesnog …”
Lui, croato cattolico, testimonia di una vita convertita alla crescita nella fede e alla costruzione fattiva della pace:

“Živeći u Bosni i Hercegovini, u ovoj multietničkoj i multikonfesionalnoj….”
Lei, serba ortodossa, racconta a Francesco come lavora a servizio del dialogo interreligioso, ricchezza, dice, delle persone di Bosnia ed Erzegovina. Le loro sono testimonianze forti, e così il Papa, dopo l’esibizione a sorpresa del coro dei bambini di Srebrenica, prende la parola e a braccio risponde alle domande di alcuni ragazzi.

Il rapporto con la televisione, gli chiedono, occasione per il Papa per parlare della qualità dei programmi televisivi: “usarli” raccomanda, “come il computer, solo per le cose che ci fanno crescere”:

“Fare programmi che fanno bene, che fanno bene ai valori, che costruiscano la società, che ci portino avanti, non che ci portino giù. E poi fare programmi che ci aiutino affinché i valori, i veri valori, divengano più forti e ci preparino per la vita. Questa è responsabilità dei centri televisivi”

Alla domanda se i giovani sono riusciti a comunicargli o meno la loro gioia in questa e in altre occasioni, Francesco ribadisce cosa pensa veramente dei ragazzi di questa terra:

“Voi avete una singolarità: voi siete la prima – credo – generazione dopo la guerra. Voi siete fiori di una primavera, come ha detto mons. Semren: fiori di una primavera che vogliono andare avanti e non tornare alla distruzione, alle cose che ci fanno nemici gli uni gli altri. Io trovo in voi questa voglia e questo entusiasmo. E questo è nuovo per me”

“Da voi mi aspetto onestà tra quello che pensate sentite e fate”:

“Onestà e non ipocrisia; unione; fare ponti, ma lasciare che si possa andare da una parte all’altra. Questa è fratellanza”.

Onestà dunque e unità, queste le ultime parole che il Papa ripete ai giovani al termine della loro festa e, dopo lo scambio dei doni, inaugura una targa dedicata a Giovanni Paolo II, il Santo cui Francesco affida i giovani:

“Che questo sia un Paese di pace! 'Mir Vama': questo ricordatelo bene!”








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