2015-06-08 16:30:00

Rapporto sullo Stato Sociale, il prof. Pizzuti: welfare sempre più debole


“Il sostegno ai redditi più bassi deve essere assunto come assoluta priorità”. E’ quanto ha affermato il presidente della Camera, Laura Boldrini, partecipando a Roma alla presentazione del “Rapporto sullo Stato Sociale 2015”, curato dal prof. Felice Roberto Pizzuti della facoltà di Economia dell’Università “La Sapienza”. Il servizio di Amedeo Lomonaco:

La recessione nell’Unione Europea è il focus su cui si concentra l’undicesima edizione del  “Rapporto sullo Stato Sociale”. Nello studio si sottolinea che sette anni dopo l’inizio della crisi l’aumento delle disuguaglianze, minori tassi di crescita e l’incremento della disoccupazione continuano ad alimentare incertezze e squilibri. Le attuali politiche di contenimento dell’intervento pubblico tendono inoltre ad indebolire in Europa i sistemi di welfare proprio quando, in una situazione di crisi, avrebbero maggiore utilità sociale. Il prof. Felice Roberto Pizzuti, docente di Politica Economica:

“Noi stiamo riducendo le disponibilità degli ammortizzatori sociali proprio nel momento in cui servono maggiormente. Stiamo aumentando l’età di pensionamento quando non ci sono posti di lavoro e dunque, inevitabilmente, questo implica un aumento della disoccupazione giovanile. Riduciamo l’istruzione quando dovremmo puntare di più sull’innovazione e  quindi evolvere il sistema verso equilibri produttivi più compatibili e sostenibili. La sanità si sta riducendo nella sua efficacia. Il welfare non è solo un’istituzione che serve a migliorare la qualità della vita, ma serve a stabilizzare l’economia e a renderla efficiente e dinamica. Tutto questo sta venendo meno nel momento in cui servirebbe di più”.

In Italia nessun sostegno ai redditi più bassi
In Italia si parla di reddito minimo garantito, di reddito di cittadinanza, di aiuto alle famiglie più bisognose. Come sostenere i redditi più bassi e, con quali modalità, questa strada è percorribile?

“Intanto bisogna constatare che, tranne la Grecia e l’Italia, non c’è nessun altro in Europa che non abbia misure di reddito minimo garantito. Queste misure possono essere molto variabili ma non averne affatto è una peculiarità prettamente tutta nostra. A mio avviso bisogna tener conto che per dare un reddito minimo a chi non lavora occorre, comunque, che ci sia qualcuno che lavori, che produca del reddito che venga ridistribuito. Quindi da un lato credo sia importante che ci siano queste misure, dall’altra bisogna inserirle in un contesto favorevole alla crescita. Nella situazione attuale siamo veramente un’anomalia”.

Non ancora rimosse le cause strutturali della crisi
Gli ultimi dati diffusi dall'Istat sulla situazione in Italia fanno sperare in un punto di svolta o è in corso, invece, una “stagnazione secolare”? Ancora il prof. Pizzuti:

“Questa è la domanda sulla quale ci siamo interrogati oggi e nel rapporto. La stagnazione secolare affonda le sue motivazioni in valorazioni di lungo periodo ed effettivamente, come vediamo nel rapporto, le cause strutturali della crisi non si stanno riducendo. Quanto poi alla possibilità di un rimbalzo positivo, ci troviamo in una fase che probabilmente dà luogo a questo, ma dal 2007 ad oggi più volte abbiamo sperato che la crisi stesse per finire. Poi succedeva che, dopo poco, ci si rientrava dentro. Naturalmente speriamo che questa volta non sia cosi. C’è da dire che, se si guarda alla cause strutturali della crisi nel lungo periodo, non si vedono grandi cambiamenti all’orizzonte. Bisognerebbe anche far qualcosa per alimentare questa speranza”. 








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