2015-06-13 20:18:00

Il Papa: sperimentiamo la tenerezza di Dio per noi stessi


Una riflessione profonda sulla tenerezza di Dio: questa l’omelia di Papa Francesco, pronunciata in spagnolo, nella Messa celebrata ieri nella Basilica di San Giovanni in Laterano, dopo l'incontro con i sacerdoti del Rinnovamento Carismatico. Il Pontefice ha anche ricordato i cristiani copti decapitati da miliziani dello Stato islamico. Il servizio di Benedetta Capelli:

"En las costas de Libia, los 23 martires coptos estaban seguros que Dios no les abandonaria...

Sulle coste della Libia, i ventitré martiri copti erano sicuri che Dio non li avrebbe abbandonati. E si sono fatti decapitare pronunciando il nome di Gesù! Sapevano che Dio, mentre tagliavano loro la testa, non li avrebbe abbandonati".

Papa Francesco parte dall’episodio cruento e drammatico, avvenuto alcuni mesi fa in Libia. Definisce “martiri” i copti uccisi, sono loro l’esempio del totale affidamento a Dio, la prova che Lui nemmeno nei momenti più tragici si tira indietro. E’ chiara l’indicazione suggerita da Francesco ai sacerdoti che lo ascoltano e ai quali parla della tenerezza di Dio. Citando il profeta Osea, ricorda che il Signore salva dalla schiavitù del peccato, dall’autodistruzione, dalle schiavitù che ognuno di noi ha dentro di sé. Salva e ama per come si è, nella vicinanza, nel prenderci in braccio, nell’imparare a camminare.

"Cuantas veces pienso que le tenemos miedo a la ternura de Dios...
Quando volte penso che abbiamo paura della tenerezza di Dio e per il fatto che abbiamo paura della tenerezza di Dio non lasciamo che essa si sperimenti in noi stessi. E per questo tante volte siamo duri, severi, castigatori… Siamo pastori senza tenerezza".

Pastori che hanno il compito di andare a cercare la pecorella che si è smarrita e non restare a guardare le 99 che sono chiuse nel recinto. Così, Francesco chiede ai sacerdoti di avere lo stesso atteggiamento di cura con i parrocchiani. “O siamo abituati a essere una Chiesa – afferma – che ha una sola pecora nel suo gregge e lasciamo che le altre 99 si perdano sul monte?” Non bisogna dimenticare la tenerezza di Dio, “è una grazia divina”, soggiunge il Papa, che ricorda il cuore di Cristo pronto ad aprirsi quando si è soli, disorientati e persi.

"Creemos en un Dios que se hizo carne, que tiene un corazon...
Crediamo in un Dio che si è fatto carne, che ha un cuore e questo cuore oggi ci parla così: 'Venite a me. Se siete stanchi, oppressi e io vi darò ristoro'. Ma i più piccoli trattateli con tenerezza, con la stessa tenerezza con cui li tratto io”. Questo ci dice oggi il Cuore di Gesù Cristo ed è ciò che in questa Messa chiedo per voi, e anche per me".

Grande la gioia degli oltre mille sacerdoti presenti al Ritiro, e arrivati da tutto il mondo, nell’ascoltare le parole di papa Francesco rivolte a loro. Ecco le loro voci raccolte da Marina Tomarro:

R. – E’ stata un’emozione grande. Credo che sia anche una grande grazia, perché non tutti i sacerdoti hanno questa possibilità. Quindi, ringrazio Dio sicuramente per quello che mi ha concesso di vedere, di fare e di ricevere grazie a Papa Francesco.

D. – Il Papa ha molto insistito sulla tenerezza: in che modo accogliere questa sua esortazione?

R. – Amare ma rendersi amabili verso gli altri e quindi in questo modo dare un’immagine del cuore di Dio che è un cuore tenero.

R. – Ce lo ha ridetto perché dobbiamo essere anche noi piccoli pastori e dobbiamo portare la tenerezza di Dio.

D. – Cosa porterai a casa da questo incontro?

R. – Questa è un’esperienza di fede viva e questa è la cosa più bella: proprio sentire Dio veramente presente, nei Sacramenti, nella preghiera e in questa consolazione di un cammino comune che il Santo Padre ci mostra e che noi facciamo come Chiesa proprio per poter edificare ed edificarci insieme.

D. – Padre, da dove viene?

R. – Sono brasiliano, di una nuova comunità. E’ stato un grande incoraggiamento per tutti noi vedere che lui è così vicino anche ai problemi di noi sacerdoti: ci indica la direzione giusta e fa il percorso  insieme a noi. E’ un grande esempio e insieme con lui tanti vescovi nel mondo. Quindi, per noi che siamo giovani sacerdoti è un grande incoraggiamento perché possiamo fare altrettanto col popolo di Dio.

D. – Cosa porterà in Brasile di questo incontro?

R. – La certezza che Dio c’è, Gesù c’è, è con noi, cammina con noi, vuole che la sua Chiesa sia sempre di più santa perché Lui è santo.

D. – Da dove viene padre?

R. – Dalla Svizzera. E’ stato un regalo grandissimo: due ore di insegnamenti, stare con lui, sentire la sua Parola, veramente lo ricevo come un regalo.

D.  – Cosa le è rimasto nel cuore delle sue parole?

R. – Le tre parole che ci ha detto alla fine dell’Eucaristia, come un invito a portare anche nella nostra vita e ad attuarle per i fedeli: amore e misericordia e tenerezza.

D.  – Padre da dove viene?

R. – Io vengo dal Messico ma studio a Roma. E’ veramente l’incontro col Pastore che ci parla tanto della misericordia e della vicinanza.

D. – Quali sono le parole del Papa che le sono rimaste nel cuore?

R. – Che non dobbiamo scoraggiare la gente, dobbiamo essere vicini con la tenerezza di Dio, l’amore di Dio. Siamo (qui) per amare le persone e non per giudicarle.








All the contents on this site are copyrighted ©.