2015-06-14 20:18:00

Svizzera: "sì" a diagnosi preimpianto, ma dibattito aperto


Gli Svizzeri hanno oggi approvato  con il 61,9% dei voti una modifica costituzionale per consentire la diagnosi preimpianto degli embrioni concepiti tramite fecondazione in vitro prima dell'impianto nell'utero della madre. Potranno accedere a tale pratica le coppie portatrici di gravi malattie ereditarie o le coppie che non possono avere figli in modo naturale. Un invito a votare "no" è arrivato dai vescovi che hanno messo in guardia da derive eugenetiche. "Il voto di oggi, non è la parola definitiva"  spiega Franco Denti, presidente dell’Ordine dei Medici del Cantone Ticino, secondo il quale la diagnosi preimpianto "è un  altro passo verso la dissacrazione della vita”. Ascoltiamolo al microfono di Paolo Ondarza:

R. – Soltanto cinque Cantoni hanno votato contro questa modifica: è un risultato inaspettato, però voglio ricordare che sul disegno di legge che emanerà il Parlamento di Berna sarà possibile indire un referendum.

D. – Potrebbe esserci un nuovo referendum…

R. – Quasi sicuramente ci sarà un nuovo referendum. Sicuramente non è la parola fine a questa problematica: è una sconfitta che comunque dà modo alla popolazione, e anche ai politici svizzeri, di riflettere ulteriormente.

D. – Lei parla di “sacralità della vita”: per un medico, per la scienza, è importante fare un passo indietro rispetto al mistero della vita?

R. – Sì, certo. La diagnosi pre-impianto può aprire la strada veramente a una selezione di chi ha il diritto di vivere e chi non ha il diritto di vivere: mi sembra non condivisibile. Capisco le problematiche scientifiche, le malattie rare, il continuo progresso della medicina che non può essere fermata, però bisogna anche porre dei limiti etici a questo progresso. 








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