2015-06-15 11:58:00

Chiesa francese contro i respingimenti a Ventimiglia


Un appello alla solidarietà cristiana e alla responsabilità politica europea perché non si ceda alla logica dei “dispetti” e non si giochi “alle spalle e sulla pelle degli immigrati”. A lanciarlo è padre Lorenzo Prencipe, direttore del Servizio nazionale della pastorale dei migranti della Conferenza episcopale francese, che al di là della frontiera franco-italiana guarda con preoccupazione la situazione dei respingimenti da parte della gendarmeria francese degli immigrati a Ventimiglia. La ragione di questo indurimento della politica francese verso l’immigrazione “è essenzialmente legata alla situazione politica elettorale in Francia” che il prossimo anno sarà di nuovo chiamata alle urne per eleggere il Presidente della Repubblica.

Non strumentalizzare i migranti a fini elettorali
Quanto sta accadendo tra Mentone e Ventimiglia è dunque un “segnale di forza e in un certo qual modo anche abbastanza ridicolo - sentenzia padre Precipe - che il governo manda all’opinione pubblica e al bacino elettorale. La Francia da un lato pensa e dice di essere traino in Europa e dall’altro frena su tutto quello che può essere politica di asilo e politica di immigrazione comune. Questo è il vero nocciolo del discorso”. Riguardo al “piano B” proposto da Renzi ieri in un’intervista al Corriere della Sera, l’incaricato dei vescovi francesi per l’immigrazione mette anche in guardia il nostro Paese dal proporre “misure solo per farsi i dispetti”. Perché - spiega - “sarebbe giocare alle spalle e sulle pelle di questa gente: non sappiamo infatti come saranno trattati dalla gendarmeria gli immigrati una volta passati alla frontiera e non sempre i giornalisti sono presenti sul posto per verificare come li tratteranno e se rispetteranno questi lascia passare. Sarà tutto da vedere. E se la Francia percepisce che è una presa di posizione dell’Italia solamente per risolvere i problemi interni, naturalmente poi adotterà misure di conseguenza”. 

I politici devono prendersi le proprie responsabilità
 “Ognuno deve fare la sua parte”, conclude padre Prencipe. “Noi come cristiani e comunità ecclesiali non possiamo tirarci indietro e siamo invitati di fronte a queste situazioni ad accoglierle nella solidarietà. Ma i poteri pubblici, le amministrazioni, devono prendersi la loro responsabilità e mettere in atto politiche reali ed efficaci, capaci di affrontare in maniera organica un problema che non è solamente di emergenza umanitaria. Il problema è che dinanzi alla guerra, ai conflitti che continuano a perpetuarsi in Medio Oriente e in Africa, la gente fugge e cerca rifugio. Bisogna quindi attrezzarsi da un lato e dall’altro fare di tutto perché in quei Paesi ritorni cresca la stabilità politica”. (R.P.)








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