2015-06-15 18:58:00

Immigrazione. Renzi: l'Europa al bivio, no a toni muscolari


Quinto giorno sugli scogli per le centinaia di migranti bloccati a Ventimiglia, mentre resta il braccio di ferro tra Parigi e Roma. La Commissione europea ribadisce: è fondamentale rispettare le regole di Schengen, mentre il premier Renzi affonda: basta con gli egoismi nazionali. l’Europa è al bivio, se non interverrà con una proposta solidale, faremo da soli. Cecilia Seppia

Resta il muro contro muro fra Roma e Parigi sul tema immigrazione. Il ministro dell'Interno francese Cazeneuve è convinto che l'Italia debba accettare di creare dei centri per distinguere i migranti economici irregolari, dai rifugiati. La Francia - ha aggiunto - non ha mai bloccato le frontiere, ma da qui non devono passare, è l’Italia che deve farsene carico rispettando le regole di Schengen. Identico il monito dell’Austria e di fronte a queste affermazioni arriva la netta risposta del premier Renzi che ribadisce: basta con gli egoismi nazionali è necessario trovare una soluzione all’altezza dell’Europa, la priorità è salvare questa gente e l’atteggiamento muscolare di certi paesi amici non aiuta.

Bruxelles per ora sta svolgendo le verifiche sui controlli fatti alle frontiere e per domani ha convocato un vertice straordinario con il commissario Ue per la politica migratoria Dimitris Avramopoulos, ma ha anche bacchettato Roma dicendo di non essere al corrente del cosiddetto Piano B ipotizzato ieri da Renzi. Sulla questione è intervenuto anche il capo del Viminale Alfano: il primo pilastro per risolvere l’emergenza ha detto è cominciare a far cadere il muro di Dublino ricollocando i richiedenti asilo. Poi bisogna distinguere quelli che hanno diritto all'asilo, perchè scappano da guerre e persecuzioni, da quelli che non ne hanno e dunque possono essere rimpatriati. Intanto nelle stazioni di Roma e Milano è ancora caos: restano ammassati centinaia di migranti a cui servono cibo e medicine, 2 mila i profughi nel centro di Atene.

 

Del braccio di ferro che si gioca a Ventimiglia tra Italia e Francia, Fausta Speranza ha parlato con Angela Del Vecchio, docente di Diritto internazionale all’Università Luiss:

R. – Già c’è stato in altri tempi questo braccio di ferro tra Italia e Francia: 2-3 anni fa la Francia chiuse le sue frontiere, la stessa cosa ...  Il grosso problema è che noi abbiamo un regolamento che si chiama “Dublino 2”, che abbiamo accettato. Il regolamento è un atto obbligatorio e noi come Italia siamo tenuti a quel regolamento, che prevede che il permesso di asilo i migranti lo debbano avere nel territorio di primo sbarco. E il territorio di primo sbarco siamo noi! Quindi dal punto di vista dell’Unione Europea è l’Italia che deve provvedere al problema. Non teniamo, però, lontano dai nostri pensieri che quello che avviene in Italia avviene anche per gli altri Stati sulla terra ferma: pensi che la Bulgaria, povera come è, ha un milione di rifugiati, che le arrivano per terra ferma… E nessuno ne parla. La Svezia non so quanti milioni ne abbia, che le arrivano sempre dalla terra ferma. Quindi ogni Paese dell’Unione Europea, in un modo o nell’altro, ha questi problemi. Il visto, l’asilo, la richiesta di asilo viene fatta nel Paese di primo ingresso e questo in base a questo regolamento “Dublino 2”, che – ripeto – noi abbiamo accettato. Quindi è un obbligo cui noi dobbiamo stare!

D. – Che dire di questa sorta di "piano B" del premier italiano Renzi?

R. – Da quello che so del "piano B" di Renzi, dovrebbe comportare di concedere dei permessi provvisori di identità, che consentano il passaggio in altri Stati a queste persone che si trovano sul nostro territorio. E questo lo abbiamo già utilizzato altre volte. L’altra cosa che mi sembra sia nel piano di Renzi è impedire l’attracco nei nostri porti delle navi straniere che soccorrono i migranti in acque internazionali, lì dove li trovano in mare. Questo, dal punto di vista internazionale, lo può fare: ogni Stato può – se vuole – chiudere i propri porti, così come sta facendo la Francia che chiude le proprie frontiere terrestri… Quindi, queste sono cose che si possono fare. Del resto le navi straniere che recuperano nel mare dei migranti e che sono tenute – in base al diritto internazionale – a soccorrerli, possono attraccare in altri porti. Malta, qualche volta, lo ha fatto, ha chiuso i propri porti: il primo porto era un porto italiano e quindi le navi hanno sbarcato i migranti sulle coste italiane e altre volte li hanno sbarcati sulle coste greche. Sono cose che avvengono. Renzi può chiudere i nostri porti.

D. – Altro punto quello degli accordi con Paesi africani per il rimpatrio…

R. – E’ abbastanza vago, perché c’è un modello di intesa che è stato siglato con il Gambia qualche settimana fa, però c’è una lista di Paesi, come Costa d’Avorio, Senegal, Bangladesh, che sono stati presi in considerazione da Renzi, ma che non sembra siano disponibili. Del resto, poi, per negoziare questi accordi ci vogliono tempi lunghi e ci vogliono anche investimenti. E non possiamo trascurare il fatto che se questa popolazione africana, che si sta muovendo da tutta l’Africa, fugge è perché avrà un problema per cui fugge: non è che fugge per divertimento. Questa è una migrazione proprio di tipo biblico, perché l’Africa è stata lasciata abbandonata a se stessa, perché l’Africa ha questo momento di grandi turbamenti generali in tutti i Paesi. Allora anche qui fare delle intese con questi Paesi, che rendono la vita così difficile ai propri cittadini che vogliono fuggire, quanto ha poi di effettivo? Quanto tempo poi ci vuole perché questo sia concreto?

 








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