2015-06-17 15:57:00

Propaganda gender in asilo nido di Roma. Parla una mamma


Solo pochi giorni alla manifestazione indetta per sabato 20 giugno in piazza san Giovanni a Roma alle 15:30 dal Comitato “Difendiamo i nostri figli, stop gender nelle scuole”. Una tra le molteplici denunce di tentativi di quella che il Papa ha definito “colonizzazione ideologica” arriva da Roma. Dopo un incontro informativo organizzato in parrocchia dal "Comitato Articolo 26", Paola Calabrese ha scoperto che nell’asilo nido Cecchina frequentato da suo figlio erano stati “adottati” libretti illustrati che promuovevano l’ideologia gender. Questa la testimonianza raccolta da Paolo Ondarza:

R. – Nella mia parrocchia è arrivato il "Comitato Articolo 26" a illustrare cosa fosse la teoria del gender. Un volta presa coscienza di questa realtà, ho ritenuto opportuno informare gli altri genitori. La coordinatrice del nido ha voluto convocarmi dicendomi che non avrei dovuto divulgare questo genere di notizie.

D. – Lei quindi aveva ricevuto dalla riunione del "Comitato Articolo 26" la notizia dell’esistenza di progetti gender nelle scuole, ma non aveva ancora scoperto che nella scuola fossero state introdotte queste nozioni...

R. – No. Quando poi abbiamo avuto l’incontro con il "Comitato Articolo 26", nelle "slide" che illustravano come viene introdotta la teoria del gender ho visto che, tra i libri illustrati, ce n’era uno: “Piccolo uovo” di Francesca Pardi, che si trovava nel nido di mio figlio.

D. – Si è accorta quindi che il libro che veniva mostrato come un libro di propaganda gender era un libro in uso nella scuola di suo figlio, nel nido di Cecchina...

R. – Sì, il coordinatore del nido insieme con un’altra educatrice hanno detto che non era un libro di propaganda gender, ma un libro innocuo: si parla della parità dei diritti per tutti, di un uovo che conosce tanti tipi di famiglie. L’uovo dice che nel suo nido ci sono le famiglie arcobaleno e che i bambini possono avere due mamme o due papà.

D. – Vi avevano detto che avrebbero introdotto questi contenuti nella scuola?

R. – No, e tra l’altro io facevo anche parte del comitato di gestione: tutto questo è passato in maniera molto silenziosa.

D. – Poi che cosa è successo?

R. – Mi hanno insultato di omofobia, dicendomi che ero di una “razza a parte”. Una delle educatrici mi ha detto che mi sarei dovuta rinchiudere dentro una “scuola di preti”. Ma la mia richiesta al nido non era legata alla religione, era solo di carattere informativo, anche perché credo di avere il diritto di sapere che cosa insegnano ai nostri figli.

D. – Importante accogliere bambini presenti in coppie omogenitoriali, lei non negava questo, rivendicava solo il suo diritto laico sancito dalla Costituzione ad essere la prima responsabile dell’educazione di suo figlio…

R. – Sì, nient’altro, anche perché dove si interrompe il rapporto tra il genitore e la scuola, con il figlio puoi fare di tutto.

D. – La scuola è una scuola privata?

R. – No, è una scuola pubblica comunale. L’introduzione di questi libri è stata attuata da parte del coordinatore, perché ha svolto dei corsi sulle famiglie arcobaleno.

D. – Lei è stata l’unica mamma a ribellarsi, a insorgere?

R. – Sì, sono stata l’unica. La coordinatrice ha convocato un gruppo di genitori che andavano contro il mio pensiero e temo che la notizia che mi riguardava sia passata in modo non corretto.

D. – Da parte sua, ha invocato la legge, la Costituzione e la Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo…

R. – Ho fatto riferimento al "Comitato Articolo 26", il quale mi ha aiutato.

D. – E poi che ha fatto? Ha iscritto suo figlio ad una “scuola di preti” come le hanno suggerito?

R. – No, ho dovuto togliere mio figlio dal nido e tenerlo a casa pagando una baby-sitter.

D. – A chi, come lei, dovesse trovarsi di fronte a situazioni analoghe alla sua, che cosa si sentirebbe di dire?

R. – Di denunciare cercando così di dare una testimonianza anche ad altri genitori del fatto che il gender è una sorta di indottrinamento silenzioso nei confronti dei bambini. L’affettività e la sessualità non possono essere oggetto di un indottrinamento del genere.

D. – Sta crescendo un movimento di genitori, tanto è vero che sabato è stata convocata una manifestazione…

R. – Alla manifestazione del 20 giugno io ci sarò. Sono contenta che il Papa dia voce ai genitori che non condividono questa teoria e che smuova le coscienze anche di chi ancora non è al corrente della teoria del gender.








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