I cambiamenti climatici sono “una grande sfida di questo secolo”: è quanto scrivono i vescovi delle Antille (Aec), in una dichiarazione diffusa in occasione della pubblicazione dell’Enciclica del Papa “Laudato si’ sulla cura della casa comune”, della quale i presuli auspicano uno studio approfondito “per diventare migliori custodi della creazione”. “Gli uomini e le donne – si legge nella dichiarazione - sono chiamati ad essere custodi, amministratori del dono della creazione di Dio. Assumersi con gratitudine la responsabilità per l'integrità del Creato rappresenta una parte importante di ciò che significa essere fatti ad immagine di Dio”, anche perché “la dimensione specificatamente cristiana di gestione deve includere questa responsabilità per la custodia del nostro ambiente”.
I poveri, i più colpiti dalle conseguenze dei cambiamenti climatici
Tuttavia, evidenzia l’Aec, l’attività umana, in particolare il modo in cui usa l’energia,
dirige l’industria e coltiva la terra, ha determinato “profondi e complessi mutamenti”
nella Terra, provocando numerosi cambiamenti climatici che diventano sempre “più estremi”.
“Tutti vengono colpiti, ma sono i poveri che ne risentono di più – mettono in guardia
i presuli - perché gli indigenti hanno pochissime risorse con cui fronteggiare ed
adattarsi a questi eventi”. Non solo: “Coloro che sono maggiormente interessati da
questa realtà, ossia i poveri, ne sono i meno responsabili”. Certo, riconosce l’Aec,
“molto di buono è accaduto sulla Terra grazie ad un’intelligenza responsabile, alla
tecnologia e all'industria del genere umano, sotto l’egida dell'amore e la cura di
Dio”. Eppure, “negli ultimi decenni molte avversità gravi come i cambiamenti climatici
ed il loro impatto devastante sulla natura stessa, sulla sicurezza alimentare, sulla
salute e la migrazione, hanno creato un gran numero di persone sofferenti in tutto
il mondo”.
Cop21 prenda decisioni concrete per salvaguardare il Pianeta
Inoltre, in vista del vertice internazionale sul clima (Cop21) che si terrà a Parigi
nel mese di dicembre, i presuli esortano ad “agire sulla situazione urgente e dannosa,
determinata dal cambiamento climatico globale”, auspicando “decisioni concrete per
avviare nuovi percorsi sostenibili”. Per questo, la Chiesa delle Antille lancia un
appello globale affinché si consideri “la dimensione spirituale e morale del cambiamento
climatico”, perché “le misure contro di esso devono essere motivate non solo dalla
tecnica e dall’economia, ma anche dal rispetto della giustizia sociale e da una responsabilità
comune, in coerenza con gli insegnamenti sociali cattolici”. L’auspicio è che si adotti
“un accordo globale equo e giuridicamente vincolante”, così da agire “in difesa dei
diritti umani universali per salvaguardare il pianeta per questa generazione e quelle
ancora a venire”.
L’impegno della Chiesa nella formazione all’ecologia
Quindi, i vescovi delle Antille lanciano alcuni suggerimenti pratici: limitare l'aumento
della temperatura globale al di sotto di 1,5 gradi Celsius, “al fine di proteggere
le comunità di prima linea che soffrono le conseguenze dei cambiamenti climatici”;
“promuovere l'energia sostenibile per tutti”, riducendo “le emissioni di combustibili
fossili e la promozione delle energie rinnovabili”; “finanziare le esigenze di adattamento
dei più vulnerabili”; adottare una “roadmap per i finanziamenti per il clima”. Dal
suo canto, la Chiesa delle Antille ribadisce il suo impegno a tutela del clima attraverso
“un processo di formazione di tutte le persone sulle cause ed i possibili effetti
del cambiamento climatico sulle comunità vulnerabili”; lo sviluppo di “programmi per
insegnare alle persone a ridurre il consumo di energia e di acqua”; la collaborazione
con “governo, enti e società civile per inserire il cambiamento climatico nell'agenda
nazionale”.
Sì ad un accordo globale sul clima
Infine, l’Aec lancia un appello “a tutti i cattolici ed alle persone di buona volontà
affinché si impegnino sulla via di un accordo globale sul clima come punto di partenza
per una nuova vita in armonia con la creazione e nel rispetto dei confini planetari”.
(I.P.)
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