“In Ciad dopo gli attentati di lunedì si è creato un forte sentimento di unità e solidarietà, al quale stanno partecipando con convinzione i rappresentanti delle Chiese e delle religioni, a partire dall’islam”: lo afferma all'agenzia Misna, suor Silvana Rossini, missionaria italiana da anni a N’Djamena.
Per motivi di sicurezza vietato vendere o indossare velo integrale
Secondo la religiosa, della Congregazione delle Suore della carità di Santa Giovanna
di Thouret, nonostante i controlli dei militari e dei poliziotti restino serrati,
la vita nella capitale del Ciad sta gradualmente tornando alla normalità. “Molti –
sottolinea la missionaria – sono stati colpiti in modo positivo dalla fermezza dimostrata
finora dalle autorità e dal senso di unità testimoniato dall’incontro tra il primo
ministro Kalzeube Pahimi Deubet e i rappresentanti delle religioni, trasmesso in diretta
televisiva”. È proprio durante quell’incontro che è stato annunciato il divieto di
vendere e indossare il velo integrale islamico. “Una decisione – commenta suor Silvana
– nient’affatto scontata in un Paese che si definisce laico ma dove l’islam è molto
forte e il velo estremamente diffuso”.
Il Ciad impegnato a combattere Boko Haram
All’incontro hanno partecipato rappresentanti della comunità musulmana, maggioritaria
in Ciad, e di diverse Chiese cristiane. Presenti anche l’amministratore apostolico
di N’Djamena ed esponenti del mondo missionario. Lunedì sono state uccise 33 persone
e i feriti sono stati un centinaio. Il governo ha sostenuto che le deflagrazioni sono
state provocate da quattro attentatori suicidi, presunti militanti di Boko Haram.
Da gennaio, con circa 5.000 soldati, il Ciad partecipa a una missione militare contro
il gruppo islamista. Dopo gli attentati il governo di N’Djamena ha fatto sapere di
aver bombardato sei basi di Boko Haram nel nord-est della Nigeria. (V.G.)
All the contents on this site are copyrighted ©. |