2015-06-21 10:49:00

Papa Francesco sul lavoro: per bene comune e non solo produzione


Appena giunto nel capoluogo piemontese, accolto dal sindaco Piero Fassino e dalle altre autorità locali, Papa Francesco ha incontrato il mondo del lavoro. Dopo i saluti di un’operaia, di un agricoltore e di un imprenditore, il Pontefice ha detto con forza: “No” a un’economia dello scarto, no all’idolatria del denaro, alla corruzione, all’iniquità che genera violenza”, si ad un patto  sociale e generazionale per un lavoro a misura dell’uomo. Il servizio di Giancarlo La Vella:

Un discorso a tutto tondo, in cui Francesco ha messo insieme, rispondendo alle storie di sacrificio e difficoltà raccontate da una donna operaia, da un lavoratore della terra e da un imprenditore, i temi del lavoro, della crisi economica, della famiglia e dell’immigrazione. Passa per il lavoro, afferma il Papa, la via della ripresa economica, ma soprattutto del’affermazione del ruolo che la persona deve avere nella società.

“Il lavoro non è necessario solo per l’economia, ma per la persona umana, per la sua dignità, per la sua cittadinanza e anche per l’inclusione sociale”.

La mancanza di lavoro, causata dalla crisi, genera diseguaglianze sociali e ha una serie di ricadute negative sulla casa, sulla salute e su altri beni primari, Ma tutto questo, afferma il Papa, non deve creare antagonismo con chi arriva in Italia alla ricerca di un futuro migliore.

“L’immigrazione aumenta la competizione, ma i migranti non vanno colpevolizzati, perché essi sono vittime dell’iniquità, di questa economia che scarta e delle guerre. Fa piangere vedere lo spettacolo di questi giorni, in cui esseri umani vengono trattati come merce”.

In questa situazione, Papa Francesco dice “no” a un’economia dello scarto, che esclude dalla società poveri, bambini, anziani e ora anche i giovani, all’insegna del fatto che ciò che non produce si esclude, a modo di “usa e getta”. Un altro forte “no”, il Pontefice lo rivolge alle forme di corruzione, come collusioni mafiose, truffe o tangenti. Un altro “no” è quello contro l’iniquità. Il conflitto sociale, dice il Papa, va prevenuto  e questo si fa con la giustizia. Come afferma la Costituzione italiana, dice Francesco, il lavoro è fondamentale. Tutte le componenti della società devono collaborare, perché esso ci sia e sia degno per l’uomo e per la donna, nell’ambito di un modello economico che non sia organizzato in funzione del capitale e della produzione, ma piuttosto in funzione del bene comune. E a proposito delle donne il Papa afferma:

“I loro diritti vanno tutelati con forza, perché le donne, che pure portano il maggior peso nella cura della casa, dei figli e degli anziani, sono ancora discriminate, anche nel lavoro”.

Fondamentale, per un salto di qualità, dunque, un “patto sociale e generazionale”, tra lavoratori e imprenditori, ma anche tra giovani e anziani.

“Non dimenticare questa ricchezza! I figli sono la promessa da portare avanti… E gli anziani sono la ricchezza della memoria. Una crisi non può essere superata senza i giovani, i ragazzi, i figli e i nonni… I figli e i nonni sono la ricchezza e la promessa di un popolo”.

Infine, l’esortazione al “coraggio” rivolta ai presenti da Papa Francesco, un coraggio che non significa pazienza e rassegnazione, ma esortazione ad andare avanti. “Siate creativi! Siate artigiani tutti i giorni – conclude Francesco – artigiani del futuro! Con la forza di quella speranza che ci dà il Signore e che non delude mai. Ma che ha anche bisogno del nostro lavoro”.

Tra le parole del Papa al mondo del lavoro c’è stato il riferimento al necessario coordinamento tra imprese, scuole professionali e università. Fabio Colagrande ha raccolto il commento di Don Luca Peyron, responsabile della Pastorale universitaria di Torino.

R. – Credo che la cosa importante sia aver scommesso. L’Università – se volete – in qualche modo è la memoria di quello che sappiamo fare ed è la scommessa per il futuro con i nostri giovani. L’Università, come la scuola professionale, sono il luogo di incontro tra il passato e il futuro, dove i ragazzi costruiscono il loro presente con alle spalle il passato, come ha detto il Santo Padre, e con davanti il futuro, che speriamo sia luminoso e bello come questo azzurro, in questa Torino che oggi ha accolto il Papa.

D. – Come ha accolto il Papa Torino?

R. – Con tanta trepidazione, tanta gioia e con tanta, tanta speranza che, al di là delle parole, delle promesse, gli uomini siano toccati nel cuore e facciano quel passo in più al di là delle paure.








All the contents on this site are copyrighted ©.