2015-06-21 08:03:00

Marelli: Laudato si’ chiede sforzo comune, potenti ascoltino Francesco


Un documento che sa coniugare scienza e teologia, spiritualità ed ecologia. L’Enciclica “Laudato si’” di Papa Francesco, confermando le attese che ne hanno preceduto la pubblicazione, ha suscitato un ampio dibattito a livello internazionale. Alessandro Gisotti he ha parlato con Sergio Marelli, presidente del Comitato italiano di Sovranità Alimentare:

R. – Un documento molto atteso, che arriva con una “tempistica” quanto mai opportuna e pertinente: alla vigilia della Conferenza di fine anno che si terrà a Parigi sui cambiamenti climatici, che ad oggi non lascia sperare nulla di buono, come nei vertici precedenti nel corso dei quali peraltro Papa Francesco già non aveva lesinato parole molto dure nei confronti dei decisori della politica internazionale, per assumere le misure dovute, le misure drastiche per porre rimedio a questa situazione che – con l’Enciclica lo ribadisce – sta andando verso un punto di non ritorno. Quello che mi ha colpito sicuramente è la composizione di questo lungo testo, che si articola tra argomentazioni scientifiche, portate con la massima precisione e la massima puntualità, insieme con un grandissimo inciso di ordine teologico. La tecnologia e la scienza non sono neutrali, ma oggi sono orientate al profitto. Invece – dice Papa Francesco – devono essere degli strumenti orientati a raggiungere quel bene comune che è il clima, il vivere in armonia con il pianeta, per garantire un futuro alle generazioni prossime.

D. – Il Papa denuncia con forza la cultura dello scarto, come anche la globalizzazione del paradigma tecnocratico, ma fa anche delle proposte ai poteri politici ed economici…

R. – Sì, una sorta di vademecum per avere una vera e propria agenda di punti che si possono e si dovrebbero perseguire con rapidità ed urgenza, per porre rimedio a questa situazione molto grave. Quello che mi ha colpito è l’insistenza sull’azione educativa: proprio partendo dalla cultura dello scarto, richiamando la sobrietà come stile di vita, necessario anche come impegno individuale, richiamando alla politica e ai grandi decisori, un impegno individuale che deve essere perseguito attraverso – insiste molto Papa Francesco – un’azione educativa per nuovi stili di vita, per un atteggiamento ecologico, e poi infine per ridurre questa cultura dello spreco che oggi – non dimentichiamo – fa sì che ogni persona nel mondo ricco butti nella pattumiera i due terzi delle calorie necessarie per sfamare un altro individuo.

D. – Papa Francesco è probabilmente, per non dire certamente, la personalità più popolare oggi al mondo: quanto peso potrà avere questa Enciclica negli appuntamenti significativi quali l’intervento dello stesso Pontefice all’Assemblea Generale dell’Onu e poi la Conferenza sul Clima di Parigi a fine anno…

R. – Le parole di Papa Francesco nei confronti dei decisori politici sono senza mezzi termini, oserei dire sono molto dure. Quando dice che il potere politico e il potere economico mascherano i problemi perché – in un altro passaggio afferma – “sono sottoposti al profitto e sottomessi alla grande finanza internazionale”… Sono parole dure che non so quanto saranno accolte dai decisori della Comunità internazionale. Certo è che Papa Francesco – e questa Enciclica lo conferma – resta l’unica speranza: lui, insieme agli altri leader religiosi. Non dimentichiamo che nella premessa c’è un bellissimo accorato ringraziamento al Patriarca ortodosso Bartolomeo e agli altri leader religiosi, nella convinzione che attraverso una grande unione, forse si riuscirà anche a convincere le coscienze di chi ha in mano i destini del pianeta e dovrà consegnare questo nostro pianeta e ambiente alle generazioni che verranno.








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