2015-06-23 13:58:00

Brasile: suicidi e mortalità infantile decimano gli indios


C'è stato un grave aumento di violenze e di violazioni commesse contro i popoli indigeni in Brasile nel 2014, in particolare nei casi di omicidi, suicidi, morti per mancanza di assistenza sanitaria, mortalità infantile, invasioni dei territori, sfruttamento illegale delle risorse naturali, omissioni e ritardi nella regolarizzazione delle terre indigene. Questo il drammatico risultato dell’ampio e dettagliato rapporto "Violenza contro le popolazioni indigene in Brasile - dati 2014”, che il Consiglio Indigenista Missionario (Cimi) ha presentato nella sede della Conferenza episcopale brasiliana (Cnbb), a Brasilia.

Preoccupante l'aumento dei suicidi
​Secondo le informazioni fornite dalla Segreteria della Sanità Indigena (Sesai), che opera nell’ambito del Ministero della Salute - riporta l'agenzia Fides - nel 2014 si sono suicidati 135 indigeni, il numero più alto in 29 anni, secondo i registri del Cimi. Il Mato Grosso do Sul rimane lo Stato con il maggior numero di suicidi: sono 48 nel 2014, per un totale di 707 casi registrati in questo Stato tra il 2000 e il 2014. E' preoccupante anche il numero di casi registrati nel Distretto Sanitario Indigeno (Dsei) Alto Rio Solimões, che si trova in Amazzonia, dove ci sono le popolazione dei Tikuna, Kokama e Caixana. Solo in questo Dsei sono stati registrati 37 casi di suicidio.

L'aumento della mortalità infantile
Sempre secondo le informazioni della Sesai, nel 2014 sono stati uccisi 138 indigeni, l'anno precedente erano stati segnalati 97 casi. Un altro dato scioccante del rapporto si riferisce alla mortalità infantile. I dati indicano un totale di 785 decessi di bambini tra 0 e 5 anni. Nel 2013 la relazione del Cimi aveva registrato la morte di 693 bambini in tutto il Paese. La popolazione dei Xavante (nel Mato Grosso) ha avuto il maggior numero di bambini morti nel 2014, per un totale di 116. "La mortalità infantile e i suicidi stanno finendo i giovani indigeni. Siamo di fronte ad una situazione assolutamente grave" ha commentato l'assistente antropologica del Cimi e coordinatrice del rapporto, Lucia Helena Rangel. (C.E.)








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