2015-06-23 12:42:00

Festival Mirabile Dictu: riflettori accesi sul cinema cattolico


"Mirabile dictu" è il Festival internazionale del cinema cattolico, che si svolgerà a Roma fino al 25 giugno. La manifestazione, sotto l’alto patronato del Pontificio Consiglio della Cultura, mira a sostenere le opere che promuovono valori morali e modelli positivi. Tredici i film finalisti in concorso nelle diverse categorie. Eugenio Murrali ha chiesto alla regista e presidente, Liana Marabini, come sia nata l’iniziativa:

R. – Nasce da un desiderio di dare spazio e visibilità, in quell’immensa industria che è l’industria del cinema, a un genere molto specifico, il cinema cattolico: vale a dire, un cinema con dei film portatori di eroi positivi e valori morali.

D. – Quindi, un cinema differente?

R. – Sì, direi differente, perché il cinema cosiddetto di successo quasi sempre presenta eroi che sono sì avventurieri, ma in fondo sono eroi negativi. Abbiamo quindi pensato di puntare i riflettori su quegli eroi che ci trasmettono un modello di vita, che si rifanno un po’ a Gesù, perché è Gesù il modello di vita iniziale. Ecco perché questi film – che si svolgono e si producono ognuno nel proprio angolino e nel proprio Paese – avevano bisogno di un palcoscenico su cui potessero essere riuniti. Ogni anno, arrivano sempre più film e questa è una cosa straordinaria. Anche per questa edizione abbiamo ricevuto più di mille film…

D. – Quando voi selezionate questi film cosa cercate?

R. – La scelta è ispirata dal valore che il film può trasmettere: quindi dal suo valore ispirazionale, vale a dire dal suo potere di evangelizzazione. Sono film girati da registi anche importanti, con attori importanti, che mettono le vesti di personaggi che ci ispirano e che ci dicono: esiste qualcosa dopo la morte? La vostra esistenza va modellata in modo che quando arrivate alla fine della vita non abbiate niente di cui rimproverarvi.

D. – In questa edizione vediamo anche uno sguardo ampio sul mondo: la partecipazione internazionale è importante…

R. – Sì, è molto importante. Perché il Festival è internazionale, perché la Chiesa è internazionale. E’ l’unica organizzazione che appartiene a tutto il mondo. Abbiamo film che arrivano dal Libano, dal Paraguay, dalla Corea, dalla Francia, dalla Spagna… Siamo veramente molto contenti. Quest’anno, poi, ogni film presenta una storia di vita. Vorrei citare in particolare "Right Footed" di Nicholas Park, che ci racconta il caso di Jessica Cox, una ragazza nata senza braccia, ma – pensate –  la prima pilota con brevetto: ha ottenuto infatti un brevetto e pilota gli aerei senza braccia, usando solo le gambe. E’ anche cintura nera di karate… Abbiamo poi film bellissimi e documentari, sia tra i corti che tra i film per il cinema. “In my Brother's Shoes” è un cortometraggio che racconta la storia di un soldato americano: desiderava visitare il Vaticano, ma viene ucciso in Iraq. Quando i suoi effetti personali vengono inviati a casa, li riceve il fratello e trova le scarpe. Allora il fratello, per realizzare quel sogno, si mette le sue scarpe e fa questo viaggio in Vaticano dagli Stati Uniti e vede quello che il fratello avrebbe voluto vedere… Sono moltissimi i film. Tutti belli.

D. – Quindi ,storie di fede e di coraggio…

R. – Esatto. Per questo parlo di eroi positivi. Anche quando si nasce meno fortunati, con la fede – tutti questi personaggi hanno una forte fede – si riesce a superare qualsiasi ostacolo.

D. – C’è qualche particolarità quest’anno, qualche novità?

R. – Sì, ci sarà una novità, che sarà una specie di scoop: la comunicherò la sera delle premiazioni. Ma vorrei aggiungere questo: anche grazie al Festival notiamo uno sviluppo importante del film cattolico, a livello di grandi studios. Si è capito che il genere può essere molto, molto soddisfacente: per tutti, sia per chi li produce che per chi li guarda.

D. – Valore significa anche qualità…

R. – Qualità e soprattutto qualità dei messaggi trasmessi. Perché quello di cui oggi la gente ha bisogno sono modelli, sono messaggi che parlino al cuore. Siamo troppo spesso confrontati con modelli fisici di bellezza irraggiungibile o modelli finanziari di gente estremamente ricca. Ma ci sarà sempre uno più ricco o più bello di te… Quindi, abbiamo bisogno di modelli spirituali che sono quelli che mancano e questo tipo di film può assumersi questo ruolo: trasmettere un valore spirituale.








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