2015-06-23 13:32:00

Mons. Auza: sì a Giornata Onu contro violenza sessuale in conflitti


La violenza sessuale nei conflitti e i nuovi obiettivi per lo sviluppo post 2015 al centro di due dichiarazioni dell’arcivescovo Bernardito Auza, osservatore permanente delle Nazioni Unite, impegnato a New York nei negoziati intergovernativi. Il servizio di Roberta Gisotti:

All’esame dell’Onu, una Giornata internazionale per eliminare la violenza sessuale nei conflitti. Soddisfazione, esprime mons. Auza, a nome della delegazione vaticana per l’adozione di una bozza di risoluzione al riguardo, frutto di “duro lavoro” negoziale, capeggiato dalla missione permanente dell’Argentina, che ha saputo creare un ambiente di cooperazione durante l’intero processo, cosi come evidenzia il presule. Condanna con la massima fermezza, mons. Auza, “tutte le forme di violenza contro i civili”, “reiterando i numerosi richiami di Papa Francesco di porre fine all’uso della violenza specie contro i bambini, le donne e le ragazze, in situazioni di conflitto armato, o seguenti e collegate un conflitto”. Tali atti rappresentano infatti, ribadisce il presule, “gravi violazioni dei diritti umani e delle libertà fondamentali”. Testimonia poi il capo missione vaticana che la delegazione della Santa Sede ha lavorato a stretto contatto con i promotori e le altre delegazioni per arrivare a una risoluzione cui potrebbe dare pieno supporto. Da qui, il richiamo all’uso di un linguaggio più chiaro e definito per potere sciogliere le “forti riserve” della Santa Sede su alcuni passaggi, che mons. Auza chiede di mettere a verbale.

Critiche costruttive anche sull’Agenda per lo sviluppo post 2015, formulata nella bozza "Zero". Ricorda l’arcivescovo Auza, l’esigenza di mettere al centro la persona umana, non solo come principale beneficiaria dello sviluppo sostenibile, ma anche come suo agente e amministratore, che lavora in solidarietà con i più bisognosi per il bene comune della società e dell’ambiente”. Chiede poi di evitare termini e concetti ambigui nella “dichiarazione politica”, che “deve essere idealistica e convincente, volta a inspirare e non frustrare, a unire e non dividere”. Suggerisce quindi di snellire alcune lungaggini nel testo, adottando anche il metodo dei social media, per essere più efficaci nel sollecitare la riflessione e interessare ai contenuti. Infine, una raccomandazione di non imporre ai Paesi obiettivi e indicatori contrari alle leggi e ai valori dei loro popoli.








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