E’ ancora emergenza caldo in Pakistan nonostante un lieve abbassamento della temperatura ferma oggi a 43 gradi. I media locali parlano di 1139 morti di cui 1053 solo nella megalopoli di Karachi. Centinaia di persone continuano inoltre ad affollare ospedali e cliniche accusando malori di vario genere. Il servizio di Maria Grazia Coggiola:
Nonostante negli ultimi giorni le temperature si siano abbassate al di sotto dei 40 gradi, continua a salire il bilancio delle vittime dell’ondata di caldo che ha colpito la metropoli di Karachi e la provincia del Sindh. Secondo gli ultimi aggiornamenti dei media locali, il numero dei morti è salito a 1.139, tra cui 1.053 soltanto nella più grande metropoli pachistana.
Continua anche l’emergenza negli ospedali dove sono ricoverate migliaia di persone per collasso da caldo e disidratazione. Negli ultimi due giorni, tuttavia, il flusso dei pazienti e’ diminuito.
Da circa una settimana la citta portuale di 23 milioni di abitanti e’ stretta d’assedio dal clima torrido, che è abbastanza comune in questa stagione che precede l’arrivo delle piogge monsoniche. Ma ad aggravare la situazione sono le frequenti interruzioni di corrente elettrica che hanno sollevato proteste e un malcontento generale. Il ministro dell’Informazione del Sindh ha accusato la compagnia elettrica locale K-Electric e ha perfino minacciato di denunciare l’azienda per aver causato così tanti morti.
Va ricordato che ad aggravare la situazione è anche la coincidenza con il digiuno del Ramadan osservato dalla stragrande maggioranza della popolazione adulta.
Intanto dall’Ufficio Meteo giungono buone notizie. Nelle prossime 48 ore è previsto l’arrivo del monsone estivo anche nel sud del Pakistan.
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