2015-06-30 14:37:00

Vescovi Usa: sentenza su nozze gay un “tragico errore”


“Un tragico errore che danneggia il bene comune ed i più vulnerabili che sono i bambini”: così la Conferenza episcopale degli Stati Uniti (Usccb) ha commentato la sentenza con cui venerdì scorso la Corte Suprema, con 5 voti favorevoli e 4 contrari, ha dato il via libera a matrimoni fra persone dello stesso sesso in tutti i 50 Stati che compongono gli Stati Uniti.

La natura della persona umana e del matrimonio resta immutata
“Nonostante quello che può dire una stretta maggioranza di giudici supremi in questo momento storico, la natura della persona umana e del matrimonio resta immutata e immutabile”, si legge in una nota del presidente della Usccb, mons. Joseph Kurtz, che fa eco alle dichiarazioni di diversi vescovi, ma anche di esponenti di altre Chiese cristiane di queste ore. “Come la sentenza Roe contro Wade non ha  detto l’ultima parola 40 anni fa sull’aborto, la Obergefell v. Hodgesnon non chiude la questione del matrimonio oggi. Il significato unico del matrimonio quale unione di un uomo e una donna è iscritta nei nostri corpi di uomo e di donna”, prosegue la nota. “La protezione del suo significato è un aspetto decisivo di quella ‘ecologia integrale’ che Papa Francesco ci ha esortati a promuovere”.

L’esortazione ai fedeli ad andare avanti con fede, speranza e amore
Mons. Kurtz incoraggia quindi tutti i cattolici ad andare avanti con fede, speranza e amore: “fede nell’immutabile verità sul matrimonio, radicato nell’immutabile natura della persona umana e confermata dalla Rivelazione; speranza che queste verità possano tornare a prevalere nella società  e amore per il prossimo, anche per coloro che ci odiano, o ci punirebbero per la nostra fede e le nostre convinzioni morali”.

Per gli Stati contrari, le nozze gay non sono un diritto costituzionale
Nel dibattito alla Corte Suprema si è  discusso se i principi del federalismo permettano agli Stati di  definire il matrimonio in quanto questione di politica pubblica o se  questo sia da considerare un diritto fondamentale garantito dalla  Costituzione. Gli Stati contrari alle nozze gay hanno argomentato che  il bando ai matrimoni fra persone dello stesso sesso sono una  questione di politica pubblica. Definire il matrimonio come l'unione  fra un uomo e una donna, hanno sostenuto, serve a promuovere la cura  dei bambini. La Corte Suprema, hanno aggiunto, non dovrebbe   intervenire nel dibattito in corso sulla definizione del matrimonio,  imponendo uno standard in tutto il Paese. La maggioranza dei giudici  ha però respinto queste argomentazioni. La Corte Suprema aveva già emesso nel 2013 un'altra sentenza in favore dei diritti degli omosessuali, quando stabilì che le coppie dello  stesso sesso sposate in Stati dove era legale farlo, avevano diritto ai benefici federali connessi al matrimonio.

Doppio braccio di ferro Corte Suprema-Texas su nozze gay e aborto
Negli Usa intanto doppio braccio di ferro in corso tra la Corte Suprema e lo Stato del Texas. Dopo la decisione di quest’ultimo di non applicare in nome del diritto di obiezione di coscienza  la sentenza federale che estende a tutti gli Stati l’obbligo di riconoscere i matrimoni gay, la Corte Suprema ha deciso di bloccare fino ad ulteriori approfondimenti, l’atto con cui il governo texano ordinava la chiusura della maggior parte degli istituti che praticano l’interruzione volontaria di gravidanza. (A cura di Lisa Zengarini)








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