“Oggi si festeggia l’indipendenza nazionale. Le celebrazione nel centro della capitale, Bujumbura, si svolgono senza problemi, ma i quartieri periferici sono bloccati per la presenza di manifestanti dell’opposizione” dicono all’agenzia Fides fonti locali dalla capitale del Burundi, dove il 29 giugno scorso, si sono tenute le elezioni comunali e legislative. Le elezioni sono state contestate dall’opposizione e dalla comunità internazionale, a causa del clima di forte tensione provocato dall’annuncio del Presidente Pierre Nkurunziza di presentarsi alle presidenziali del 15 luglio, per ottenere un terzo mandato in violazione della Costituzione. Negli scontri delle scorse settimane, almeno 70 persone sono rimaste uccise.
La gente ha avuto il coraggio di esprimere il proprio dissenso
“Dai risultati parziali appena pubblicati appare che i partiti dell’opposizione, che
pure avevano boicottato le elezioni, hanno ricevuto diversi voti. Questo perché le
milizie armate della maggioranza presidenziale hanno esercitato forti pressioni sulla
popolazione perché si recasse alle urne e la gente ha avuto il coraggio di esprimere
il proprio dissenso votando per l’opposizione. I partiti alleati al partito del Presidente
hanno avuto ben pochi voti” dicono le fonti di Fides che per ragioni di sicurezza
chiedono l’anonimato. “Siamo in attesa dei risultati definitivi. In ogni caso i partiti
dell’opposizione, la società civile e la comunità internazionale (Onu, Unione Africana,
Stati Uniti, Unione Europea) affermano che queste sono elezioni irregolari per il
contesto nelle quali si sono tenute: violenze, intimidazioni, chiusura dei media indipendenti,
mancanza di osservatori elettorali indipendenti” continuano le fonti Fides.
In fuga anche alcuni preti minacciati di morte
“Stiamo vivendo una situazione molto dura, anche se al momento sembra esserci una
tregua. Ma la gente continua a scappare all’estero, nei Paesi vicini (Rwanda, Uganda,
Repubblica Democratica del Congo e Tanzania) e, chi ha disponibilità economiche, in
Kenya o in Europa. Secondo le nostre stime sono circa 200.000 i burundesi rifugiatisi
all’estero. La novità è che sono stati costretti alla fuga anche 4 o 5 preti perché
sono stati minacciati” concludono le fonti di Fides. (L.M.)
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