2015-07-01 12:26:00

Milano. Card. Scola riflette sulla "Laudato si'" all'Expo


Cambiare stili di vita per concretizzare un’ecologia integrale dell’uomo. E’ la meta delineata nell’Enciclica di Francesco e su cui hanno concordato le molte voci che hanno animato il dibattito sulla “Laudato si’”, svoltosi all’interno di Expo. Il servizio da Milano di Fabio Brenna:

“Un documento per superare la frammentazione del presente, l’ha definita l’arcivescovo di Milano, il cardinale Angelo Scola, ma soprattutto una proposta universale capace di parlare a tutti, credenti e non credenti”:

“Potrebbe essere questa una grande occasione di riscoprire il nesso profondo che esiste tra lo stile quotidiano di vita, personale e comunitario, e il senso della creazione e perciò in ultima analisi, la mano potente e delicata e tenera di Dio nei nostri confronti, che ci ha preparato un giardino, una dimora, una casa e affidandolo alla nostra responsabilità ci aiuta a guardare ai tanti aspetti che il Santo Padre mette in evidenza che sono collegati al tema dell’ecologia, che purtroppo invece spesso è presentato come un frammento, come un elemento separato rispetto alla totalità dei problemi che ognuno di noi deve affrontare”.

L’Enciclica prende in considerazione un ambiente non in grande salute, secondo Neil Thorns, direttore della Caritas inglese e consulente del governo per i cambiamenti climatici. Molte letture si sono soffermate proprio su questo aspetto, ma secondo Thorns, il problema del surriscaldamento globale va necessariamente messo in correlazione col tema della povertà.

Molto interesse hanno suscitato i passaggi dell’Enciclica dedicati alla finanza internazionale. A un banchiere, Carlo Fratta Pasini, il compito di riconoscere come l’egocentrismo abbia preteso di sostituirsi a Dio, producendo come effetto collaterale l’impoverimento di interi popoli e lo sfruttamento selvaggio della risorse del pianeta.

Così non resta che una conversione decisa, cambiare stili di vita per assumerne di più responsabili e sostenibili. Il rettore dell’Università Cattolica, Franco Anelli:

“La questione è un’altra: se accetto l’idea che il pianeta, la natura, è creazione, quindi che è dono, perché è stato creato così come l’essere umano è creatura, allora il senso dell’agire di quest’ultimo è diverso, è il senso del destinatario di un dono che ha un dovere di curarlo e di conservarlo, di migliorarlo e di trasmetterlo ai posteri”.








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