2015-07-02 15:00:00

Chiesa sudafricana commenta il rapporto sulla strage di Marikana


Il massacro di Marikana insegna molte lezioni. E’ quanto afferma la Commissione Giustizia e Pace della Conferenza episcopale sudafricana (Sacbc) dopo la pubblicazione, una settimana fa, del rapporto della Commissione d’inchiesta governativa sull’uccisione, 16 agosto 2012, di decine di minatori che manifestavano a Marikana. La Commissione d’inchiesta ha chiesto l'apertura di un'indagine penale sull’operato della polizia per accertare gli errori e le responsabilità del massacro, il più grave avvenuto in Sudafrica dalla fine dell’apartheid. I lavoratori uccisi furono 34 ed erano fra quelli in sciopero da settimane che chiedevano aumenti salariali e più diritti nelle miniere gestite dalla multinazionale Lonmin. Le forze di polizia si sono sempre difese dicendo che erano state costrette a sparare sui manifestanti per autodifesa.

Gravi errori da parte della polizia e ritardi nei soccorsi
Ma il rapporto presentato nei giorni scorsi alla stampa dal Presidente Zuma, afferma che la polizia avrebbe dovuto comprendere che la situazione era tale che "sarebbe stato impossibile disarmare e disperdere gli scioperanti senza un significativo spargimenti di sangue" e ha per questo anche messo in discussione le capacità direttive del capo della polizia. Nel rapporto si denunciano anche che i ritardi nei soccorsi ai minatori feriti furono all’origine di almeno un decesso.

Per Giustizia e Pace urgente cambiare il sistema minerario
Giustizia e Pace – riferisce l’agenzia Cisa - denuncia, da parte sua, i problemi strutturali del settore minerario in Sudafrica che hanno creato le condizioni per lo sciopero e la violenta repressione che ne è seguita e che a tutt’oggi restano immutati: “Se questi  nodi strutturali non vengono affrontati in modo adeguato e l’attuale sistema minerario che mette il profitto prima delle persone non viene rimesso in discussione, avremo presto un’altra Marikana”, ha ammonito il presidente della Commissione episcopale, mons. Abel Gabuza.

La solidarietà ai familiari delle vittime
Giustizia e Pace esprime poi tutta la propria solidarietà con i familiari delle vittime: “I nostri cuori sono con tutti coloro che hanno perso i propri cari e stanno cercando di sanare le loro ferite, mentre cercano di capire le implicazioni del rapporto. Tutto il Paese ha bisogno di guarire dalla sua strutturale cultura della violenza”, conclude la Commissione episcopale. (A cura di Lisa Zengarini)








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