Il Bundestag, il Parlamento federale tedesco, ha messo in discussione quattro proposte di legge a vario titolo inerenti l’eutanasia, il fine vita ed eventuale regolamentazione del suicidio assistito. La discussione, davanti a un tema sensibile e che molto impatto ha sulla società tedesca - riferisce l'agenzia Sir - ha visto i deputati confrontarsi su posizioni opposte. Il dibattito è stato seguito con interesse dalle Chiese e da associazioni di categoria dei medici, anch’esse divise su quali debbano essere le condizioni e le eventuali concessioni o divieti da considerare relativamente al suicidio assistito.
Progetti prosentati dai diversi schieramenti del Bundestag
I progetti hanno la caratteristica, da un lato, di essere presentati da parlamentari
di diversi schieramenti, dall’altro, di avere in comune la sollecitazione al governo
federale per giungere a una legge di rafforzamento delle cure palliative e del potenziamento
del sistema di hospice. Nei progetti si passa da un divieto totale del concetto di
suicidio assistito e di eutanasia a una libertà del diritto dell’autodeterminazione
del fine vita esente da colpa e pena. Uno dei progetti, presentato dal vicepresidente
del Bundestag, il cristiano democratico (Cdu) Peter Hinze, con due deputati socialdemocratici
(Spd), permetterebbe il suicidio assistito davanti a una malattia terminale con sofferenza
estrema certificata con almeno un anno di trattamenti medico-ospedalieri.
Cristiano democratici ribadiscono il divieto al suicidio assistito
Nella discussione del Bundestag il progetto di legge dei Verdi rende impunibile il
suicidio assistito e sdogana definitivamente la non colpevolezza di medici e associazioni
eutanasiche come strumento di regolamentazione del procedimento di scelta e realizzazione
della morte. Articolato il dettato del progetto misto Cdu, Spd, Verdi e Sinistra,
che alla depenalizzazione del suicidio assistito lega l’illiceità dell’assistenza
a scopo di lucro e della ripetitività del gesto d’accompagnamento. Categorica, infine,
la posizione del progetto presentato dai cristiano democratici Patrick Sensburg e
Thomas Doerflinger che ribadiscono il divieto al suicidio assistito e la punibilità
con la reclusione sino a cinque anni per chi fornisca aiuto o inciti al suicidio.
La Chiesa contro ogni forma di suicidio assistito
Le posizioni hanno generato le riflessioni chiare della Chiesa cattolica, più volte
espressasi contro ogni forma di suicidio assistito. In particolare viene rifiutato
il progetto misto Cdu/Spd “in quanto il suicidio assistito in primo luogo è definito
come un presidio medico e fornito, quindi, come opzione di trattamento, al pari delle
possibilità di cure palliative e hospice”, come detto da mons. Karl Jüsten, responsabile
dell’Ufficio cattolico di Berlino dei vescovi tedeschi. Mons. Karl Jüsten ha sottolineato
che persone in difficoltà e situazioni di vita complesse “potrebbero ritenere di adoperare
l’opzione legalizzata di suicidio”. Mons. Peter Neher, presidente della Caritas tedesca,
ha invece ribadito che serve una severa normativa che impedisca lo sviluppo di “uomini
d’affari del suicidio assistito” perché “i malati, nell’ultima fase della vita, hanno
bisogno di cura umana e buona assistenza medica”. (R.P.)
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