2015-07-04 08:05:00

Grecia: Paese spaccato a metà alla viglia del referendum


Occhi di tutta Europa puntati sulla Grecia dove tra circa 24 ore apriranno le urne per il referendum sul piano di risanamento proposto dai creditori internazionali. I sondaggi della vigilia mostrano un Paese praticamente spaccato a metà, con un testa a testa tra i "si" e i "no", che si è riflesso, ieri sera ad Atene, nelle due grandi manifestazioni conclusive della campagna per voto. Il servizio di Marco Guerra:

OXI e NAI, "si" e "no", sono le due scritte, distinte l’una dell’altra, che campeggiavano sui manifesti delle due manifestazioni conclusive delle breve campagna elettorale per il referendum, entrambe partecipate da decine di migliaia di persone. Nella centrale Piazza Syntagma, davanti al parlamento, si sono ritrovati coloro che vogliono respingere al mittente il piano dei creditori; lo stadio Kallimarmaro è stata invece la cornice di quanti credono che il voto per il Si sia l’unica strada per restare nell’euro e in Europa. Momenti di tensione si sono registrati quando alcuni incappucciati, che probabilmente puntavano verso la piazza del Si, si sono scontrati con la polizia. Poi è stata la volta dei comizi, Tsipras, accolto con ovazioni a Syntagma, ha detto che “domenica si deciderà di stare in Europa con dignità”, nel pomeriggio il premier aveva spiegato  che la vittoria del No significherà più forza al tavolo dei negoziati. Il primo ministro ellenico intende infatti chiedere il taglio del 30% debito e un periodo di moratoria per il pagamento degli interessi pari a 20 anni. Dall’Europa, però, arrivano risposte di segno opposto.  Secondo il presidente della Commissione Ue, Juncker, “anche nel caso” in cui il risultato del referendum greco “sarà sì, il negoziato sarà difficile. Se voteranno 'no' la posizione greca sarà drammaticamente indebolita”. Per il ministro delle Finanze tedesco Schaeuble, “nelle ultime settimane la situazione in Grecia è drammaticamente peggiorata”. Intanto arriva un nuovo allarme dalle banche elleniche che garantiscono liquidità fino a lunedì, mentre il ministro delle Finanze greco Varoufakis smentisce l’ipotesi, circolata nelle ultime ore, di un prelievo forzoso sui conti correnti.

 








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