2015-07-05 14:30:00

Argentina: in marcia per il diritto alla vita


A Buenos Aires e in contemporanea in numerose altre città argentine si sono svolte diverse manifestazioni per il diritto alla vita. I manifestanti portavano cartelli e striscioni con le scritte "Dico sì alla vita", "La vita è sacra" e "La donna incinta ha bisogno di sostegno, non di un aborto", protestando per le modifiche apportate al disegno di legge sull’aborto che, secondo i vescovi, può portare alla legalizzazione della pratica.

La Chiesa contro la definizione di "diritto all'aborto legale"
La marcia, che secondo le informazioni raccolte dall’agenzia Fides in alcune province ha avuto il sostegno esplicito dei vescovi, aveva l'obiettivo di chiedere ai legislatori "il rispetto del diritto alla vita, dal concepimento alla morte naturale, e del matrimonio come unione tra un uomo e una donna".
Secondo il Comitato esecutivo della Conferenza episcopale argentina, il nuovo "Protocollo per la cura globale delle persone con il diritto all'aborto legale" del Ministero della Salute “prevede una modifica sostanziale rispetto al testo precedente, di eliminare cioè il concetto di aborti non punibili sostituendolo con 'diritto all'aborto legale'. Questa terminologia elude la realtà giuridica secondo cui non esiste nel nostro Paese un ‘aborto legale’ né un ‘diritto all'aborto’”.

Il Governo viola deliberatamente “la vita umana più vulnerabile”
​I vescovi sottolineano inoltre che in un'epoca come quella attuale, in cui si enfatizza il rispetto della natura e della vita in tutte le sue dimensioni, il governo stesso in questo modo viola deliberatamente “la vita umana più vulnerabile e i diritti umani fondamentali”. Così le autorità nazionali "obbligano a spingere per l'aborto", invece di proporre iniziative per “salvare la vita della madre e del bambino e di cercare le opzioni veramente terapeutiche e alternative". (S.L.)








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