La vicenda del sacerdote francescano iracheno Dhiya Azziz - il parroco del villaggio siriano di Yacoubieh rapito sabato scorso da miliziani delle organizzazioni jihadiste che controllano la regione – rimane segnata dall'incertezza, anche se tra i membri della comunità parrocchiale e tra i confratelli della Custodia francescana di Terra Santa le apprensioni per la sua sorte si mescolano a caute speranze di un suo rapido rilascio. Sul rapimento del francescano, Alessandro Guarasci ha sentito padre Pierbattista Pizzaballa, Custode di Terra Santa:
R. – Sono venuti a prelevarlo, sabato pomeriggio, alcuni militanti di alcune brigate collegate ad al-Nusra, di cui non sappiamo esattamente il nome: è una galassia di piccoli gruppi. Doveva essere un incontro breve con l’emiro del luogo, questo è quello che è stato detto nel villaggio: ma da allora non è più tornato… Pensavamo fosse – come è accaduto nel passato ad altri - nel tribunale islamico di Tarkush, ma non è lì… Non siamo in grado di capire dove sia e con chi sia.
D. - E’ stato stabilito qualche contatto con qualche autorità locale?
R. – Le autorità locali sono quelli di Jabath al-Nusra, con le quali è molto difficile avere una relazione: anzi, non si ha alcuna relazione!
D. – Quali altre notizie vi arrivano da quella regione?
R. – Le notizie sono drammatiche! C’è un deterioramento della situazione, con una perdita di potere sul territorio da parte delle forze regolari e un grande caos anche tra le fazioni cosiddette ribelli, anche tra di loro. E’ comunque molto difficile avere notizie chiare e certe.
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