2015-07-08 16:28:00

Migranti per lavoro: in Italia dopo 40 anni saldo negativo


Aumentano gli italiani all'estero, aumentano gli stranieri che acquistano la cittadinanza italiana, ma crescono anche i profughi che arrivano in Italia via mare dall'Africa e dall'Asia. Sono i dati più rilevanti che emergono dalle anticipazioni del 'Dossier statistico immigrazione 2015', pubblicate in questi giorni dal Centro Studi e ricerche Idos che anche quest'anno sta elaborando il dossier in collaborazione con l’UNAR/Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali della Presidenza del Consiglio.

Da polo d'attrazione a ancora di salvezza

"Stiamo assistendo a un fenomeno di stabilizzazione ulteriore dell'immigrazione in Italia - spiega Ugo Melchionda, presidente del Centro Idos - accompagnato però da due fenomeni diversi per certi versi preoccupanti. Da un lato l'aumento degli emigrati italiani: ormai, secondo i dati del 2014, sono più i giovani italiani che vanno a cercare lavoro all'estero che gli immigrati che entrano nel nostro Paese in cerca di lavoro. Ed è una situazione che non si determinava da quarant'anni, da quando cioè è cominciato il saldo migratorio positivo per l'Italia. Significa che abbiamo perso 'appeal' a livello mondiale. L'altro aspetto è l'incremento degli arrivi dei profughi (170.000 nel 2014) e delle richieste di asilo. Per un quarantennio siamo stati un Paese polo di attrazione per i migranti lavoratori e ora siamo più che altro un'ancora di salvezza per chi fugge dalla Libia, dalla Siria, dall'Africa Subsahariana".

Distinguere tra profughi e immigrati residenti

"E' però sbagliato - spiega ancora Melchionda - confondere la situazione di queste decine di migliaia di profughi con quella dei cinque milioni di immigrati già residenti in Italia. I primi sfuggono a situazioni estreme di povertà, rischio della vita, mancanza di libertà, persecuzione e sono persone che abbiamo il dovere morale e giuridico di aiutare e sulle quali non si può accettare alcuna speculazione propagandistica a fini elettorali". "Dall'altro abbiamo cinque milioni di persone che sono da decenni nel nostro Paese. Ogni anno centomila stranieri acquisiscono la cittadinanza italiana, si celebrano circa ventimila matrimoni misti e più di un quinto dei bambini che nascono sul nostro territorio non sono di origine italiana". "Sono circa un milione i bambini figli di immigrati - aggiunge Melchionda - e 800.000 frequentano le scuole italiane. Si tratta quindi di persone che stanno crescendo in Italia come italiani ma che sperimentano vecchi problemi. Molti immigrati svolgono infatti lavori meno qualificati rispetto ai loro titoli di studio. Notevole è invece la crescita delle imprese gestite da immigrati che sono ormai mezzo milione, mentre le imprese italiane diminuiscono".       

Ventimiglia: paesi europei miopi e poco lungimiranti

Il presidente del Centro Idos Melchionda commenta anche la situazione del blocco dei profughi al confine italiano con la Francia, a Ventimiglia. "I paesi europei - spiega - stanno dimostrando una mancanza di lungimiranza. Sembrano non rendersi conto che nella situazione che si è creata l'Italia agisce da frontiera dell'Europa e riguarda quindi tutti i paesi europei. Chiudere le frontiere, ignorando Schengen, è miope perché non considera che il problema è altrove ed è legato agli accordi europei di Dublino 3. Sono accordi che impediscono il valico delle frontiere a persone che vengono in Italia per andare in altri Paesi, dove hanno parenti, amici e reti sociali. Un'assurdità dettata dalla paura e non dalla logica che favorisce la clandestinizzazione dei passaggi interni fa paesi europei e obbliga decine di migliaia di profughi a restare in Italia in condizioni di mancata integrazione. Le scelte di Francia, Austria e Ungheria sull'immigrazione sono irrazionali e acquistano senso solo in termini di propaganda politica".  








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