2015-07-08 08:40:00

Padre Lombardi: dal Papa un messaggio di dialogo e solidarietà


A conclusione dell'intensa giornata di ieri in Ecuador, Mario Galgano ha raccolto il commento del portavoce vaticano e direttore della Radio Vaticana, padre Federico Lombardi, che ha tracciato un bilancio di questa prima tappa in America Latina di Papa Francesco. Innanzitutto gli ha chiesto come sta il Papa:

R. – Il Papa sta sempre bene: non solo perché devo dirlo io, ma perché è vero e perché se uno vede quello che fa non può che restare ammirato della energia straordinaria. Ma poi anche vedendolo da vicino, nonostante gli impegni di queste giornate, lo si vede sempre effettivamente sereno, totalmente tranquillo, padrone di sé, attento alle diverse persone che incontra, attento anche ai particolari… Quindi, manifesta veramente una capacità di vivere questi periodi così straordinari di impegni con una totale possibilità di far fronte a ogni aspetto.

D. – Il programma ieri è stato molto intenso: ha celebrato al Parque Bicentenario a Quito, ha incontrato studenti, cioè il mondo dell’università, il mondo civile… Quali sono stati i punti forti di questa giornata?

R. – Questa giornata aveva il vantaggio di svolgersi tutta nella stessa città, quindi non c’erano i trasferimenti che ieri per esempio hanno preso necessariamente del tempo per spostarsi anche con l’areo, andando all’aeroporto… Qui siamo rimasti invece nella capitale tutta la giornata ed effettivamente questo ha permesso di svolgere un programma con tutta una serie di avvenimenti molto importanti: a partire dall’incontro con i vescovi, che era privato ma che aveva tutta una sua importanza in una logica di visita pastorale, di Chiesa. Poi, questa Messa straordinaria al Bicentenario che era stata anche preparata benissimo: una celebrazione che è stato veramente un piacere vivere, non solo per la ricchezza dei contenuti ma anche per la cura spirituale con cui era stata preparata. Nel pomeriggio, il Papa ha potuto fare questi due avvenimenti importanti nel quadro della visita, quello con il mondo dell’educazione. Quello con il mondo dell’educazione è un po’ caratteristico di questa tappa dell’Ecuador: era stato voluto anche dalla Chiesa in Ecuador proprio per incoraggiare il grande impegno educativo della Chiesa, ma inserito nella realtà più ampia e complessa, complessiva del mondo educativo. E questo ha dato modo al Papa di toccare una serie di grandi problemi che naturalmente riguardano non solo l’educazione specificamente in sé, ma i grandi valori che vengono comunicati attraverso l’educazione: quindi, come le grandi domande del mondo di oggi – il Papa ha fatto riferimento in particolare alle domande che ha trattato anche nell’ultima Enciclica “Laudato si’” –diventano le domande che si trasmettono e che permettono di impostare l’educazione così da aiutare i giovani a prepararsi a rispondere a queste domande dell’umanità di oggi, con la loro responsabilità e con una loro adeguata preparazione.

D. – E per quanto riguarda il mondo della cultura, il mondo civile, con il discorso molto profondo, che ha toccato diversi temi, c’è qualcosa che l’ha colpita particolarmente?

R . – Era certamente un discorso molto atteso, perché il momento che vive anche la società ecuadoriana, come anche molte altre società, è un momento delicato di sviluppo in cui sono presenti anche tensioni. C’è stato un progresso certamente molto positivo della nazione, in molti anni, ma ci sono molti problemi aperti. Allora, come il Papa avrebbe affrontato, che contributo poteva dare al popolo ecuadoriano in questa situazione, era naturalmente un interrogativo. E il Papa, in tutti gli interventi di questi giorni, in un modo o nell’altro, è riuscito a dare un messaggio di dialogo, di solidarietà, di orientamento per la costruzione di una società armonica, inclusiva, capace di integrare tutte le sue diverse componenti, di integrare la creatività di queste diverse componenti e la loro responsabilità, in una preoccupazione comune del bene comune della nazione. E il metodo che il Papa ha scelto nel suo discorso è stato quello di partire dall’esperienza concreta della famiglia, dei valori familiari, e allargare i valori che si sperimentano nella costruzione della comunità familiare alla società. E quindi ha indicato una via molto concreta per impostare questo discorso che lui ha centrato sugli atteggiamenti che ognuno deve avere per dare positivamente il suo contributo all’avvenire del suo Paese.

D.  – Questa prima delle tre tappe in America Latina sta per concludersi: fare un bilancio è presto ma possiamo fare un riflessione. Cosa lei personalmente porterà con sé della visita del Papa in questo Paese latinoamericano?

R. – Io porto prima di tutto l’impressione dell’accoglienza che il Papa ha ricevuto, cioè della partecipazione immensa, incredibile della popolazione a questo evento. Abbiamo visto centinaia di migliaia di persone sulle strade, nei grandi avvenimenti, che erano contente di essere lì dove il Papa sarebbe passato, potendolo poi a volte vedere, ma neanche poi tanto, perché magari poi il Papa passava in una piccola macchina chiusa… Eppure, la gente era tutta lì perché sapeva che il Papa passava e piangeva di gioia, di commozione… Quindi, direi che il popolo ha risposto, ha manifestato un’attenzione, un desiderio di ascolto della voce del Papa, di sentirne il conforto e l’orientamento, molto notevole, molto impressionante, vorrei dire…

D. – Lei personalmente conosceva già questo tipo di spiritualità ecuadoriana, o anche per lei è stata una novità, qualcosa di sorprendente?

R. – Diciamo che, per esempio, io avevo visto in Messico un’accoglienza di moltitudini immensa e intensa, quindi se vogliamo forse le caratteristiche che si possono ritrovare in Paesi di cultura latinoamericana hanno dei punti in comune. Però, io dell’Ecuador non conoscevo granché e quindi per me è stato tutto nuovo, e devo dire che è un popolo che mi ha colpito per la sua varietà, per la ricchezza delle sue componenti culturali, etniche, per la sua storia, per il suo apprezzamento del suo stesso Paese, delle risorse, dei doni di Creazione che ha avuto… E quindi, un Paese con grandissimi valori che si è sentito molto toccato dal fatto che il Papa lo abbia scelto come primo Paese di lingua ispanica da visitare nel Continente. Si è sentito molto onorato e ha risposto nel modo migliore. Speriamo che possa anche fare frutto di questo orientamento che il Papa gli ha dato a un livello superiore, per il suo futuro, e che riesca a farne tesoro e a tradurlo in pratica, nonostante le difficoltà, nei suoi aspetti fondamentali.








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