2015-07-10 14:43:00

Il crocefisso inconsueto donato al Papa: un regalo insensato


Tormentone mediatico

"Spesso, durante i viaggi papali, nasce un tormentone mediatico, legato ad aspetti secondari, che serve per attrarre l'attenzione dei lettori ma, alla fine, non fa che oscurare i momenti più importanti dell'evento". Ad affermarlo è Luis Badilla Morales, giornalista latino-americano, responsabile del sito 'Il Sismografo'. "E' il caso - spiega Badilla - della foto che ritrae il presidente boliviano Evo Morales mentre dona a Papa Francesco un crocefisso a forma di falce e martello, immagine, nelle ultime ore, diventata 'virale' nella rete. Da questo punto di vista, perciò, nulla di sorprendente".

Sincretismo politico-religioso frutto di analfabetisno e ideologia

"Resta invece da analizzare - continua il commentatore - la scelta del presidente Morales di regalare al Papa un oggetto così inconsueto. Senza mancare di rispetto al Capo di Stato sudamericano credo che il suo gesto si possa definire almeno insensato". "Questo modo di agire - prosegue Badilla - è tipico di un certo tipo di sinistra latino-americana e di quello che viene chiamato il socialismo del XXI secolo". "E' un fenomeno - prosegue Badilla - che io definirei sincretismo politico-religioso. Questi movimenti, infatti, sono molto attratti dalle radici cattoliche del continente latino-americano ma sono caratterizzati da una sorta di analfabetismo religioso. Non conoscono cioè, davvero, cos'è la Chiesa, cos'è il Vangelo e il Magistero pontificio". "Per fare un altro esempio - racconta il responsabile del sito 'Il Sismografo' - qualche mese fa, in Venezuela, davanti al presidente Maduro, è stato recitato un 'Padre Nostro' modificato, dove le parole 'Padre' e 'Dio' venivano sostituite con il nome del presidente defunto, Hugo Chávez, a cui si chiedeva la protezione dalla tentazione del capitalismo". "Molti anni fa - prosegue Badilla - circolò persino in questi ambiti l'immagine di un Cristo che imbracciava un kalashnikov e aveva sulle spalle uno zaino da guerrigliero. Non si tratta altro che di un sincretismo politico-religioso che è, in qualche modo, costitutivo di una certa sinistra latino-americana che, pur essendo di radice cattolica, si dimostra analfabeta dal punto di vista religioso e afflitta da fanatismo ideologico". "Il gesto del presidente Morales - conclude Badilla - poteva sembrare una provocazione. Per fortuna la reazione pacata del Papa nel riceverlo, pur venata di perplessità, e la sua unica frase 'Però questo non è buono', hanno chiuso rapidamente la vicenda".

Un dono che non aiuta la beatificazione di p. Espinal

Luis Badilla commenta anche la circostanza che l'inconsueto crocefisso, secondo fonti boliviane, sarebbe la riproduzione di un disegno del gesuita spagnolo padre Luis Espinal, missionario ucciso dai paramilitari in Bolivia nel 1980, sotto la dittatura, perché predicava il Vangelo. "Francesco ha reso omaggio al suo martirio, pregando sul luogo dell'omicidio. Ma certo, il regalo che il Papa ha ricevuto, non fa un buon servizio all'eventuale causa di beatificazione di Espinal. Ricordiamoci che i ritardi che hanno caratterizzato la beatificazione di mons. Romero sono dipesi, in gran parte, dalla strumentalizzazione della sua figura da parte di una certa sinistra latino-americana che aveva snaturato la profezia evangelica del suo martirio". "Qui - chiude Badilla - si corre lo stesso rischio".  








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