2015-07-12 18:33:00

Mediterraneo: Gentiloni al Cairo, Libia ok ad accordo


Il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni oggi sarà al Cairo per portare la sua solidarietà alla sede diplomatica dopo attentato di sabato al consolato italiano rivendicato dall’Is. Colpiti perché siamo contro il Califfato ha detto il numero uno della Farnesina. Sul versante libico, invece, soddisfazione internazionale per l’accordo di pace siglato sabato in Marocco dal governo riconosciuto di Tobruk, ma non da quello illegittimo di Tripoli. Elvira Ragosta:

“Un tentativo di intimidire l’Italia, impegnata accanto al governo egiziano nella lotta al terrorismo”. Commenta così, in un’intrevista, il ministro degli Esteri, Paolo Gentiloni, l’esplosione di ieri davanti al consolato italiano al Cairo e non si dice sorpreso della rivendicazione- ancora da accertare- del sedicente stato islamico, perché in linea con la sua azione. Domani il ministro Gentiloni sarà al Cairo per una serie di incontri ufficiali e il presidente del Consigli italiano, Matteo Renzi, dalla sua pagina facebook assicura che "L'Italia non abbandonerà mai alleati, a cominciare dall'Egitto, impegnati a combattere estremismo e fanatismo". Sull’altra sponda del Mediterraneo, intanto, un impulso alla stabilità dell’area, potrebbe essere l’accordo di pace sulla Libia proposto dall’Onu e firmato ieri sera a Skhirat, in Marocco, dal governo internazionalmente riconosciuto di Tobruk e dai leader locali e regionali, ma senza la partecipazione dell’altro governo, quello di Tripoli, controllato da milizie islamiche. L’accordo, accolto favorevolmente da Nazioni Unite e Unione Europea, prevede la fine dei combattimenti e la nascita di un governo di unità nazionale, della durata di un anno, guidato da un premier e due vice dotati di poteri concreti. Governo alla cui formazione si lavorerà dopo il Ramadan, quando i negoziatori si rincontreranno per discutere anche sulla divisione dei poteri. Ma a complicare il caos libico c’è la presenza di jihadisti dell’is che ha colpito Tripoli e minaccia Sirte. Un pericolo, che per i diplomatici occidentali dovrebbbe far scattare la solidarietà internazionale tra Tripoli e Tobruk

 

 

 

 

 








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