2015-07-13 11:30:00

Lombardi: accolto messaggio del Papa, cambiare è possibile


Un viaggio assolutamente positivo, con un messaggio di grande speranza per tutto il popolo latinoamericano: è questo il bilancio che traccia padre Federico Lombardi, direttore della Sala Stampa vaticana, della missione di Papa Francesco in Ecuador, Bolivia e Paraguay. Ascoltiamo la sua riflessione al microfono della nostra inviata in Paraguay, Linda Bordoni:

R. – Effettivamente Papa Francesco, venendo in America Latina, ha trovato un’accoglienza straordinaria. Lo abbiamo visto lungo le strade, sin dalla prima sera, che non si è mai fermata questa ondata di attenzione e di presenza popolare lungo le strade. A parte i grandi momenti di incontro nelle Messe, nelle celebrazioni in cui erano presenti centinaia di migliaia di persone e anche un milione di persone, lungo le strade ne abbiamo avuti molti di più in tutti gli avvenimenti, in tutte le giornate, in tutti i luoghi attraverso cui il Papa è passato. Io credo, quindi, che il primo aspetto interessante e che colpisce profondamente di questo viaggio sia proprio la risposta profondissima e amplissima da parte dei popoli visitati alla visita del Papa: risposta anzitutto di attenzione, di amore, di affetto, ma anche di accoglienza delle sue parole, accoglienza della sua presenza già come significativa in sé stessa, ma anche poi dei suoi messaggi, delle sue parole, come incoraggiamento, come orientamento, come fonte di speranza e di fiducia per il futuro, di cui questi popoli hanno bisogno. Sono popoli che vivono un momento delicato della loro storia, un momento di passaggio: hanno una situazione generalmente migliore di quella del passato dal punto di vista anche delle forme di governo che hanno avuto, ma ci sono però ancora dei problemi gravissimi: problemi gravissimi di povertà, di iniquità, di emarginazione di persone, di difficoltà di integrazione di gruppi nella società, perché sono in condizioni di inferiorità per diversi motivi. Ecco, tutto questo è stato vissuto con un atteggiamento molto positivo: il Papa è stato capace di dare un messaggio positivo e di incoraggiamento a questi popoli in cammino e di dimostrare che la Chiesa, con umiltà e con molto affetto, si fa vicina, partecipa e non è separata dal destino di questi popoli, ma è solidale con questi popoli, profondamente, e può incoraggiarli, ispirarli nella loro strada. Il Vangelo, proprio il Vangelo di Gesù Cristo, come Vangelo di amore, di perdono, di misericordia, costruisce e aiuta a costruire una società e un mondo di relazioni, di solidarietà, di amore, di gratuità che permette di cambiare una situazione che invece sta portando le conseguenze di criteri e di principi diversi di organizzazione della società, interessi economici, poteri, che non mettono al centro il bene comune o il bene della persona e la sua dignità, ma degli interessi particolari. Allora, come si fa questa rivoluzione, questo cambiamento? Papa Francesco ha molto aiutato a capire e a prendere gli atteggiamenti giusti, a partire dall’ispirazione cristiana, ma traducendola poi in atteggiamenti umani che sono stati raccolti con molta gioia e con molta disponibilità dalle persone che lo hanno incontrato.

D. – Qual è il filo rosso che ha collegato Ecuador, Bolivia e Paraguay?

R. – Il tema di questo viaggio era la gioia di annunciare il Vangelo e questo valeva per tutti e tre i Paesi: quindi era proprio l’ispirazione di questo Pontificato che veniva riportata verso il continente latinoamericano. Il Papa annuncia il Vangelo, annuncia un Vangelo che non è staccato dalle realtà del mondo, ma che è capace di animare l’impegno della Chiesa e di ispirare anche l’impegno di tutte le persone di buona volontà, che hanno un orecchio aperto per il messaggio di questo Papa, che incontra una grande attenzione anche al di fuori dei confini della Chiesa.

D. – Il Papa è forse un po’ stanco, ma contento…

R. – Certamente il Papa ha portato la fatica di questo viaggio con una forza, con un coraggio, ma anche con una naturalezza straordinaria. Noi siamo già abituati - a dire il vero - a vedere il Papa così energico, così sempre pieno di atteggiamento positivo e in grado di svolgere un’attività straordinaria - anche pensando alla sua età - e di intensità grande sia per le cose che vengono fatte, sia per l’intensità con cui viene vissuta, perché il Papa mette se stesso in quello che dice, mette se stesso negli incontri con le persone. E qui sono giorni e giorni consecutivi di attenzione intensa e specifica a malati, a persone povere, a persone che si incontrano lungo la strada, a persone che hanno un qualcosa da dirgli… E poi momenti di celebrazione molto commoventi, come quello al Santuario di Caacupé, in cui il Papa ha vissuto questo momento di grande devozione con il popolo, che è così attento e così affezionato alla Madre di Dio, qui in Paraguay. Quindi una intensità continua: non ci sono momenti vuoti o momenti senza impegno. Il Papa dice sempre che ha una grande grazia di Dio che lo aiuta; una “grazia di stato” che il Signore gli ha dato dandogli questo compito: gli ha dato anche l’aiuto necessario per poterlo svolgere bene. E questo certamente è stato sperimentato, ancora una volta, anche in questo viaggio.








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