Un gesto che “offende profondamente i sentimenti religiosi di noi cristiani”. Sajan K George, presidente del Global Council of Indian Christians (Gcic), commenta così all'agenzia AsiaNews l’ennesimo atto vandalico contro una chiesa cattolica in India. Si tratta della St. Thomas di Taherpur (distretto di Nadia, West Bengal), colpita da ignoti nelle prime ore del mattino del 9 luglio scorso. Nulla è stato rubato, ma il tabernacolo è stato trovato fuori posto, l’altare è stato fatto a pezzi e gettato nel cortile, e la porta principale è stata forzata con un piede di porco.
Dubbi sulla natura del gesto
Secondo la polizia, la dinamica dell’attacco e la mancanza di un furto “sollevano
dubbi sulla natura di questo gesto”, ma per il momento non fa ipotesi. La chiesa,
tra le altre cose, si trova in una zona ad alta densità abitativa, ma nessuno avrebbe
sentito rumori sospetti.
Lentezza della giustizia crea una cultura di impunità
“Come presidente del Gcic – afferma Sajan George – condanno nei termini più forti
i crescenti attacchi contro la minuscola minoranza cristiana, che avvengono in vari
Stati del Paese. La lentezza con cui procede la macchina della giustizia incoraggia
i criminali e crea una cultura di impunità. Oltretutto, Therpur si trova ad appena
25 chilometri da Ranaghat, dove lo scorso marzo un’anziana suora ha subito uno stupro
di gruppo”. (N.C.)
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