2015-07-14 14:01:00

Offensiva di Boko Haram Nigeria e Camerun. Oltre 70 morti


Si aggrava il bilancio della nuova ondata di attacchi sferrata da Boko Haram in Nigeria e Camerun. Oltre 70 le vittime accertate nelle violenze degli ultimi giorni: assaltati e dati alle fiamme diversi villaggi nello stato nigeriano del Borno, mentre due bombe sono esplose in un bar nella cittadina camerunense di Fotokol. Intanto, si registra la condanna da parte dell’Onu e il presidente nigeriano, Buhari, ha rimosso dai loro incarichi i capi delle Forze armate dopo ripetute critiche a quella che considera un'inefficace azione contro i terroristi. Su questa nuova offensiva jihadista, Marco Guerra ha sentito Enrico Casale, redattore della rivista "Africa" dei Padri Bianchi:

R. – Questi attacchi hanno due significati. Il primo: Boko Haram non è ancora stato sconfitto, non solo non è stato sconfitto, ma ha ancora una forza tale per cui riesce a portare degli attacchi addirittura fuori dalla Nigeria. Il secondo: Boko Haram vuole punire quei Paesi che stanno collaborando con il governo nigeriano proprio per combattere l’organizzazione e fermarne l’espansione.

D. – Che risposta stanno dando i Paesi della regione? Dopo questi ultimi attacchi, l’Onu ha esortato a una maggiore cooperazione…

R. – La minaccia di Boko Haram è molto sentita nei Paesi confinanti con la Nigeria. Da mesi oramai, Ciad, Camerun, Niger collaborano con il governo nigeriano nel cercare di contrastare l‘espansione di Boko Haram che ricordiamo è – a differenza per esempio degli al Shabaab somali – una "costola" africana dell’Isis. Quindi, vogliono contenere questa espansione e per questo sono intervenuti militarmente. Tra le nazioni più attive c’è certamente il Ciad che ha anche, probabilmente, le Forze armate meglio organizzate e meglio armate dell’intera regione. Ma anche il Camerun che, confinando con la Nigeria proprio con quelle zone dove è più presente Boko Haram, avverte maggiormente il pericolo dell’espansione dell’Isis.

D. – L’attivismo dei jihadisti di Boko Haram ha avuto un’impennata dopo l’elezione del nuovo presidente nigeriano Buhari. Perché?

R. – Ricordiamo subito che Buhari è un musulmano, a differenza del suo predecessore, Good Luck Jonathan, che era un cristiano. Ma il fatto di essere musulmano non gli ha impedito di lanciare un’offensiva forte contro Boko Haram:  anche lui, proprio in quanto musulmano, sente Boko Haram come una minaccia forte al suo Paese e alla comunità musulmana generale della Nigeria. Teniamo presente che in molte zone Boko Haram ha colpito più i musulmani che i cristiani. Quindi, da parte di Buhari c’è stata una reazione molto forte, molto più forte di quella del predecessore Goodluck Jonathan. Per questo adesso Boko Haram sta cercando di fargliela pagare.

D. – Infatti, lo stesso Buhari ha rimosso dai loro incarichi i capi di Esercito, Marina e Aeronautica. Quali ragioni ci sono dietro questo cambio ai vertici delle Forze armate nigeriane?

R. – Probabilmente, Buhari ritiene che i vecchi vertici delle Forze armate nigeriane non operassero in modo sufficientemente efficace contro Boko Haram. Per questo, non solo ha sostituito i vertici delle Forze armate, ma ha messo ai vertici di queste dei militari che provengono dal Borno, cioè da quella zone in cui Boko Haram è più presente e in cui fa sentire maggiormente la sua forza. Sono quindi militari che conoscono bene la regione in cui si muove Boko Haram e probabilmente sono in grado di reagire meglio, di contrastare meglio il movimento jihadista.








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