2015-07-15 16:57:00

Iran e accordo sul nucleare, nuova pagina con Usa e in MO


"Si apre una nuova pagina tra Usa e Iran e in tutto il Medio Oriente: mentre infatti finora l'Arabia non si è rivelata un alleato credibile nella regione, l’Iran ha mostrato molta più capacità negoziale, così da poter intravedere per sé un futuro alternativo in cui finalmente sedere ai tavoli per risolvere le principali crisi nell'area". E' la sintesi geopolitica del giornalista Giuseppe Acconcia, ricercatore all'Università Bocconi (Milano), profondo conoscitore della realtà iraniana, all'indomani dell'accordo sul nucleare firmato a Vienna. 

Sulla dura reazione di Israele ci aggiorna da Tel Aviv Aldo Baquis, collaboratore Ansa: "Le rassicurazioni di Obama non placano Israele che ritiene gli Usa responsabili di aver caricato un forte peso politico a favore degli sciiti in Medio Oriente proprio mentre è in corso una dura battaglia a tutto campo tra sciiti e sunniti in vari scacchieri della regione. La principale recriminazione da parte israeliana verso gli Stati Uniti è in sostanza di aver innescato un incendio di proporzioni madornali. Si pensa infatti - spiega Baquis - che possa maturare una reazione in alcuni paesi sunniti (Arabia, Egitto e forse, in prospettiva, anche Turchia, che comunque è un caso a parte) che li porterebbe a dotarsi di un potenziale nucleare di deterrente di fronte all’Iran, con il rischio che si corra all'atomica in una zona già abbastanza esplosiva di per sé e dove non era necessario gettare altri fiammiferi. Sembra comunque di capire che le carte in mano ad Israele non siano molto buone e che il problema di fondo - aldila dell'accordo in sé - resti la totale sfiducia reciproca tra Netanyahu e Obama". 

"Un accordo che peraltro prevede molti bilanciamenti rispetto alle aperture verso l’Iran", precisa Acconcia. "Si tenga solo conto che - cosa voluta soprattutto dai francesi - in caso di mancato rispetto di tutti i punti dell’accordo le sanzioni, cancellate e non sospese, potrebbero tornare immediatamente". C’è da prevedere che l’Iran sarà obbediente e lo rispetterà in ogni aspetto? "Sì - risponde Acconcia - perché viene visto come una forma di avvicinamento all’occidente, dopo l’onda verde del 2009, che è un obiettivo nato con la stessa rivoluzione islamica del 1979". E' un accordo in cui l'Ue ha segnato una vittoria che ha colmato tante debolezze? "In questo caso l’Ue ha sicuramente avuto la funzione di facilitatore, quindi premiante". 

Rimane preoccupante la questione molto complessa del sostegno dell’Iran ai gruppi terroristici. "I Repubblicani in Usa e gli israeliani hanno diffuso una iranofobia - come ha denunciato il presidente Rohani - ma in realtà c’è una grande differenza tra i gruppi che si rifanno a Hezbollah, Hamas, o alle milizie attive in Libia e, dall'altra parte l’Is. Quest’ultimo - spiega ancora Acconcia - è quello che ora spaventa di più ed è il vero gruppo da combattere. E l’Iran finora si è mostrato uno dei paesi che è riuscito di più a frenare le mire espansionistiche dell’Is tanto che ha costretto Daesh ad aprire un nuovo fronte, quello dello Yemen". Dove l’Iran potrebbe fare la differenza? "In Siria, in Iraq, dove ha già un ruolo da protagonista rispetto al governo di Baghdad, e in Afghanistan dove l’Iran è stato tra i paesi che più ha favorito la stabilizzazione di Kabul".

Sharzad Housmand, iraniana, teologa musulmana e docente di Studi Islamici alla Pontificia Università Gregoriana (Roma) e di Lingua e Letteratura persiana presso la Facoltà di studi orientali dell’Università La Sapienza (Roma) condivide la gioia dei giovani che "hanno voluto gridare a tutti la vittoria della diplomazia. Il popolo iraniano - commenta - ha ottanta milioni di persone e una storia millenaria che ha offerto una cultura vastissima e sente di aver vinto avvicinando i popoli. Siamo un popolo pacifico che ha portato una speranza dentro l'Iran e fuori. Dialogare e aprire le porte a questi sforzi, a questa tradizione e pazienza degli iraniani è necessario".








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