2015-07-15 14:00:00

Vescovi Usa: sostenere l’accordo sul nucleare iraniano


Un accordo “epocale”: così mons. Oscar Cantù, presidente del Comitato Giustizia e pace internazionale della Conferenza episcopale statunitense definisce l’intesa sul programma nucleare iraniano raggiunta ieri tra l’Iran e i cosìddetti Paesi 5+1 (Stati Uniti, Russia, Cina, Francia, Gran Bretagna e Germania). L’accordo, che non entra subito in vigore, dovrà superare il test del Congresso americano e del Parlamento di Teheran. Tra i punti principali dell’intesa c’è la graduale revoca delle sanzioni all’Iran in cambio di significative riduzioni dell'entità del suo programma nucleare e l’accesso,  per gli ispettori dell'Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica, a tutti i siti iraniani sospetti, compresi quelli militari. In caso di violazione dell’accordo, le sanzioni all’Iran saranno ripristinate entro 65 giorni.

Un traguardo significativo, raggiunto grazie a dialogo e diplomazia
“Si tratta di un traguardo significativo – sottolinea mons. Cantù – che mira a frenare lo sviluppo delle armi atomiche iraniane, mentre permette al Paese di usare l’energia nucleare a scopo pacifico”. Soprattutto, “questo accordo evidenzia un progresso nella non-proliferazione nucleare a livello globale”. “Sin dal 2007 – ricorda poi il presule – il Comitato Giustizia e pace internazionale della Conferenza episcopale statunitense ha esortato la nazione americana a perseguire la via diplomatica per garantire il rispetto, da parte dell’Iran, dei suoi obblighi derivanti dal Trattato di non-proliferazione nucleare”. “Dialogo e negoziato” sono state, dunque, le parole-chiave della Chiesa di Washington in questo ambito, fino a raggiungere “un risultato non da poco”.

Il Congresso appoggi questo risultato
“Auspichiamo – aggiunge mons. Cantù – che la piena attuazione dell’accordo possa gradualmente favorire un ambiente in cui tutte le parti in causa costruiscano la fiducia reciproca, affinché tali progressi portino ad una maggiore stabilità e dialogo nella regione”. Con questo spirito, il Comitato “continuerà ad esortare il Congresso ad appoggiare il risultato di questi intensi negoziati, perché l’alternativa guiderebbe verso il conflitto armato, un esito che preoccupa profondamente la Chiesa”.

Costruire ponti di pace per un mondo più fraterno
​“Incoraggiamo il Congresso – conclude il presule – a sostenere questi sforzi per costruire ponti di pace e di maggior comprensione. Come dice Papa Francesco, possano i negoziati “essere un passo definitivo verso un mondo più sicuro e fraterno”. (A cura di Isabella Piro)








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