2015-07-17 14:08:00

Filippine. Vescovi: aiutare giovani contro tossicodipendenza


Aiutare i tossicodipendenti, in particolare i giovani, a uscire dal tunnel della droga, presentando loro Dio come “l’unica strada per la felicità”, anche grazie a una pastorale “più creativa, pro-attiva ed efficace”: questo l’obiettivo presentato dalla Conferenza episcopale filippina (Cbcp) in una Lettera pastorale sul traffico di droga e la tossicodipendenza. Nel documento, che definisce la diffusione di stupefacenti “una delle forme più pericolose di colonizzazione”, si ribadisce innanzitutto che l’uomo è creatura di Dio, fatto a sua immagine e somiglianza, ed è per questo che la Chiesa “non deve mai stancarsi di ricordare che solo in Dio si può trovare il vero senso della vita”.

La Chiesa deve offrire una prospettiva di vita buona e piena
I presuli filippini insistono, poi, sul concetto di responsabilità della persona, che le permette di “non scegliere abitudini distruttive”, anche nei momenti di “frustrazione e di solitudine”. Tuttavia, viene ricordata anche “la dimensione sociale della tossicodipendenza”, perché – spiega la Chiesa di Manila – se una persona si droga vuol dire che “la società non le ha offerto una bussola morale efficace, dato che la stessa società è alla deriva”. Spetta, allora, alla Chiesa “fornire al gregge di fedeli la prospettiva di una vita buona e piena”.

Dialogare di più con i giovani
Di qui, l’ammissione della Cbcp di “non aver fatto abbastanza per combattere la droga” e l’esortazione ad “ascoltare di più i giovani, acquistando maggior familiarità con il loro temperamento e i loro stati d’animo” e collaborando con i laici, affinché la Chiesa possa essere davvero, “in senso spirituale e fisico, un rifugio per i ragazzi, in cui placare la loro irrequietezza grazie all’interazione tra coetanei, la condivisione della Buona Novella e la dimostrazione di quanto possa essere appagante la via del discepolato”. 

Polizia sia risoluta nel combattere il crimine
Quindi, i vescovi filippini lanciano un monito contro i produttori e gli spacciatori di droga, i quali “distruggono le persone e le comunità nel modo peggiore, anche rispetto alle calamità naturali”. Per questo, pur ribadendo la propria contrarietà alla pena di morte, la Chiesa di Manila chiede “risolutezza alla polizia e alle forze dell’ordine affinché impediscano il traffico di stupefacenti, fermino coloro che sono coinvolti nel commercio della droga, smantellino i ‘cartelli’ del settore e lavorino per garantire che gli stupefacenti non vengano riciclati e rimessi sul mercato così detto ‘sommerso’”. “Chiediamo – scrivono i presuli filippini – azioni giuridiche incessanti contro i responsabili del narcotraffico e coloro che usano le persone come corrieri della droga”.

Formare le comunità alla prevenzione
Non solo. La Chiesa filippina insiste sull’importanza di “formare la comunità per coinvolgerla nella prevenzione e nella persecuzione del crimine”, in quanto “è dovere della comunità stessa denunciare i reati e far sì che i criminali vengano assicurati alla giustizia”. Richiamando i fedeli all’unità, infine, i vescovi aggiungono: “Bisogna essere fermi nell’eliminare questa minaccia distruttiva, questo male sociale dalle nostre comunità in modo che i nostri giovani possano guardare ad un futuro sano”, stando “al sicuro e lontani” dalla tossicodipendenza. (I.P.)








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