2015-07-17 14:08:00

Usa: Is non rivendica attacco a Marines, ma celebra sul web


Da un account twitter del sedicente Stato Islamico si celebrano le due sparatorie di Chattanooga, nel Tennesse, in cui un 24enne statunitense, originario del Kuwait, ha ucciso 4 marines, sparando contro due basi militari, prima di essere ucciso dagli agenti. Al momento non c’è alcuna rivendicazione ufficiale dell’Is. Il presidente statunitense Barak Obama ha espresso le sue condoglianze alle famiglie delle vittime e ha assicurato un’indagine a tutto campo sull’accaduto. A sparare contro i militari il giovane Mohammed Youssef Abdulazeez, laureato in ingegneria in un’università vicina al luogo delle sparatorie. Il giovane nei giorni scorsi aveva creato un blog in cui aveva scritto di jihad, ma il Site, l’istituto che monitora i siti di propaganda jihadista non ha ravvisato minacce tra i suoi scritti. Elvira Ragosta ha parlato di quanto avvenuto ieri a Chattanooga con il giornalista e scrittore Gianni Riotta:

R. – Come in altri casi, c’è molta confusione, perché dapprima le autorità hanno parlato di “terrorismo domestico”, cioè di un caso di terrorismo interno e non internazionale; poi invece, sono venute delle smentite. Però sarei estremamente cauto, per due ragioni: una, può essere che gli inquirenti vogliano minimizzare la pista terroristica per non ostacolare o magari per non mettere in allarme gli indagati: questa è l’ipotesi “A”. E l’ipotesi “B” è che si tratti, invece, di un caso solitario di un individuo come anche è capitato in Francia, a metà tra disagio personale e scelta politica, e che quindi ci si voglia vedere chiaro. Di certo sono episodi che contribuiscono ad aumentare la paura e la tensione.

D. – Ecco, un attentatore solitario, si diceva. A questo punto si apre anche la riflessione sulla capacità, anche involontaria, di creare adepti …

R. – Ho assistito al “Council on Foreign Relations” a una discussione proprio sull’Is, qualche giorno fa, e quello che mi ha impressionato è che anche militari come il generale Bolger dicono: “Oggi, battere l’Is militarmente è difficilissimo; batterlo politicamente è altrettanto difficile. Però, per quanto riguarda la controffensiva su Internet e su web ci sono difficoltà ancora maggiori, perché il modo in cui il terrorismo islamico contatta le sue reclute, le affascina, le mobilita e alla fine le convince a trasferirsi al fronte è talmente sottile che non abbiamo nessuna contromisura".

D. – Questo aggressore, un 24.enne naturalizzato statunitense ma originario del Kuwait, laureato in un’università del Tennessee; di recente – negli ultimi giorni – aveva creato un blog in cui parlava di Jihad. Ma secondo un’indagine del “Site”, l’istituto che monitora i siti di propaganda jihadista, non c’erano elementi radicalizzanti tra le cose che lui scriveva …

R. – E’ molto difficile distinguere un caso dall’altro, e spesso noi – anche nell’opinione pubblica – usiamo la galassia del mondo islamico, del mondo islamista come se fosse una scacchiera in bianco e nero: “Sei un islamico – sei un islamista – sei un terrorista …”. Invece, ovviamene, ci sono moltissimi livelli di avvicinamento, di sfumature di gridio.,Si può evitare di mettere online un profilo da guerrigliero islamico, però poi si può partecipare a riti in una moschea fondamentalista; ci si può camuffare in mille modi … E poi spesso anche nel mondo della mobilitazione islamica ci sono esplosioni di rabbia individuale che magari non è rabbia politica organizzata. Gli americani sono rassegnati a dovere convivere con il terrorismo: sanno che convivranno con il terrorismo per una generazione, per trent’anni. Siamo noi europei che siamo ancora poco coscienti di questo.

D. – Questa non è la prima sparatoria avvenuta negli Stati Uniti: ci sono stati due episodi simili, uno nel 2009 in Texas, l’altro a Washington alla Navy Yard, nel 2013. Secondo lei ci sono legami con questi due episodi?

R. – Non ci sono legami diretti. Certamente, episodi del genere – cioè il lupo solitario che entra in una base e incomincia a fare strage – inducono a un effetto-imitazione.








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