2015-07-21 12:49:00

Ucraina: al via manovre congiunte con Usa e altri 17 Paesi


Sono iniziate ieri al Centro di sicurezza e peacekeeping di Yavoriv nella regione di Leopoli, le esercitazioni congiunte Usa-Ucraina denominate “Rapid Trident” a cui partecipano 18 nazioni tra cui Regno Unito, Polonia, Romania, Georgia e Lituania, per un totale di duemila soldati. Lo ha reso noto il ministero della Difesa ucraina, sulla sua pagina Facebook. Immediata la reazione della Russia, che attraverso una nota, ha definito queste manovre come una dimostrazione evidente della politica provocatoria seguita dalla Nato, per sostenere le autorità di Kiev nell’ est del Paese. Marina Tomarro, su questo tema ha intervistato Fulvio Scaglione vicedirettore di Famiglia Cristiana:

R. – In Ucraina vige quella che potremmo definire “una non-pace e una non-guerra”. Dagli Accordi di Minsk i combattimenti veri e propri su vasta scala si sono arrestati, ma lo stillicidio di vittime non si è arrestato. E, allo stesso modo, non si è arrestato il contrasto politico fortissimo, che è un contrasto più tra – diciamo - Est e Ovest, fra Stati Uniti e Russia, che non tra Ucraina e Russia. La questione avrebbe potuto essere naturalmente composta in un'altra maniera, ma gli interessi divergenti delle potenze hanno condotto questo massacro. Siamo ormai oltre i 6.500 morti che, come sempre, sono in gran parte civili.

D. – Sono iniziate queste esercitazioni insieme agli Stati Uniti e ad altre 18 nazioni. Perché questa partecipazione dell’Ucraina, secondo lei, a queste maxi manovre militari?

R. – Perché la questione ucraina è una questione sostanzialmente di espansionismo americano. Se noi osserviamo quello che è successo dall’inizio degli anni Novanta in avanti, notiamo che l’influenza della Nato e dell’Unione Europea si è sempre espansa verso Est, fino ad arrivare – appunto - ai confini stessi con la Russia. E questa è una cosa che la Russia non poteva in alcun modo accettare e tutti lo sapevano. Da qui il conflitto armato, da qui la questione della Crimea e poi la questione del Donbass: è evidente che la Russia ha dei fortissimi problemi ad accettare che in Ucraina - cioè sul territorio dove passano gran parte dei suoi gasdotti e dei suoi oleodotti, che vengono verso ovest - comandi un governo che è sostanzialmente legato alla Casa Bianca. Tutto questo per la Russia è inaccettabile! Naturalmente questo non giustifica i morti, non giustifica i combattimenti, però è assolutamente evidente che c’è la spinta degli Stati Uniti dietro tutti gli eventi dell’Ucraina. Non è nascosto da nessuno - sia in America, sia nella Nato – che l’obiettivo vero e principale non è fare entrare l’Ucraina nell’Unione Europea, ma far entrare l’Ucraina nella Nato.

D. – La Russia, in una nota diffusa, ha parlato di conseguenze esplosive riguardo proprio a queste esercitazioni. Secondo lei quali potrebbero essere queste conseguenze?

R. – In questo caso non so cosa la Russia possa fare nei confronti della Nato. Presumo che Putin intenda un potenzialmente degli armamenti, una revisione della dottrina strategica militare russa, con qualche conseguenza evidente per i Paesi coinvolti in queste esercitazioni, che siano più esposti ad est e che non siano evidentemente gli Stati Uniti. Penso agli ex Paesi del blocco sovietico…








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