2015-07-22 12:58:00

Card. Hummes: ecologia e povertà, questioni non separabili


Presente all’incontro con i sindaci in Vaticano su schiavitù moderne e cambiamenti climatici, anche il cardinale brasiliano Cláudio Hummes, che il Papa ha citato durante il suo intervento facendo riferimento alla deforestazione dell’Amazzonia, uno dei polmoni del Pianeta. Sull’importanza di questo evento ascoltiamo la riflessione del porporato al microfono di Bianca Fraccalvieri:

R. - I sindaci sono delle figure molto centrali in questa questione, perché rappresentano il potere pubblico più vicino alla gente. Per questo motivo è così importante che si rendano conto dell’urgenza della questione. È urgente, già siamo in ritardo; avremmo dovuto aver cominciato molto tempo fa. Grazie a Dio questo Papa ha una sensibilità molto grande verso i poveri e anche verso il creato; ha saputo mostrare come queste due cose vanno insieme, mancanza di rispetto dell’ambiente e povertà; la questione sociale è anche una questione etica, non soltanto tecnica, secondo il Papa, e rappresenta la nostra responsabilità verso il futuro, verso il prossimo, verso i poveri. Perciò è stata un’idea molto buona chiamare i sindaci per questo simposio. Abbiamo visto come loro hanno capito come devono affrontare la questione dell’inquinamento dell’aria e dell’acqua, la questione dei rifiuti e anche del consumismo esagerato che è una delle cause più grandi della devastazione del creato, del pianeta.

D. – Lei ha detto di essere ottimista dopo questo incontro. Perché?

R. -  Sono ottimista perché ho visto che i sindaci hanno capito che possono essere una forza che si unisce, non persone sole nelle loro città, no! I sindaci nel mondo possono unirsi per prendere in mano queste questioni urgenti. Allora, questa coscienza, questa voglia di fare, di cominciare è sentita come urgente! Questo è quello che ho percepito in loro. Speriamo che da questo incontro escano buoni frutti, che non sia semplicemente un simposio in più.

D. – Papa Francesco l’ha chiamata in causa parlando della deforestazione dell’Amazzonia. Continua ad essere questa la più grande sfida di quella regione?

R. – Sì, senz’altro, però la questione della povertà e del clima sono questioni più generali, riguardano il pianeta. Le città sono i punti più deboli, però la foresta prima di tutto ha come missione quella di essere il polmone del pianeta con tutta la ricchezza della biodiversità, delle culture dei popoli originari, indigeni, che sono lì e che rischiano di perdersi sempre di più. Già abbiamo perso troppo, troppo … Si rischia di perdere tutto il resto. Come dare di nuovo ai popoli indigeni la cognizione di essere “soggetti” della loro storia, non soltanto “oggetti” dei nostri progetti che riteniamo i migliori? Hanno distrutto tanto, e continuano a farlo. La questione dell’Amazzonia è fondamentale, decisiva. Per questo motivo il Papa torna sempre su questo punto. Quando è stato da noi in Brasile ci ha detto che l’Amazzonia è una sfida decisiva per la Chiesa e per la società.








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