Saranno le città, piccole e grandi, a promuovere il rispetto dell'ambiente nel mondo, che è innanzitutto rispetto dell'ecologia umana perché al centro c'è sempre l'uomo che soffre se l'ambiente in cui vive viene maltrattato. Lo ha detto Papa Francesco, incontrando ieri pomeriggio gli oltre 70 sindaci giunti in Vaticano da tutto il mondo per confrontarsi sulle nuove schiavitù e i cambiamenti climatici su invito delle Accademie pontificie promotrici dell’evento: quella delle Scienze e quella delle Scienze sociali. Al termine dell'incontro il Papa e i sindaci hanno firmato una dichiarazione comune. il servizio di Francesca Sabatinelli:
Vertice sul clima a Parigi: il Papa è ottimista
Ho molta speranza nel vertice di Parigi, perché si
raggiunga un accordo fondamentale di base. Francesco accoglie i sindaci di tutto il
mondo chiamati in Vaticano a discutere di cambiamenti climatici e di tratta di esseri
umani e manifesta il suo ottimismo circa l’esito del summit sul clima delle Nazioni
Unite a dicembre nella capitale francese. Parla a braccio e in spagnolo per lanciare
le sue raccomandazioni. All’Onu chiede di interessarsi con forza al fenomeno del traffico
e dello sfruttamento degli esseri umani, dovuto anche ai cambiamenti climatici.
Ecologia umana: la "Laudato si'" non è un'enciclica "verde", ma "sociale"
Occorre, spiega, “prendere coscienza del problema
della distruzione del pianeta che noi stessi stiamo portando avanti nel non avere
una coscienza ecologica come quella che ci fu data al principio”. Sollecita i primi
cittadini che lo ascoltano ad essere motore della consapevolezza:
“La Santa Sede o tal pais otal otro …
La Santa Sede o quel Paese o quell’altro potrà fare
un bel discorso alle Nazioni Unite, ma se il lavoro non parte dalle periferie verso
il centro non ha effetto”.
Prendersi cura dell’ambiente, dice Francesco, non significa solo adottare un atteggiamento “verde”, è molto di più, significa un atteggiamento “di ecologia umana”. Papa Francesco, così come nell’Enciclica Laudato sì’, spiega che non si può separare l’uomo dal resto, che esistono ripercussioni sull’uomo quando l’ambiente viene maltrattato. “Non è un’enciclica verde” - ripete - “è una enciclica sociale”. Quando l’ambiente non viene curato, le città crescono a dismisura e con loro le sacche di povertà e di miseria che le abitano, anche a causa delle migrazioni dalle zone rurali che non offrono più opportunità.
Idolatria della tecnocrazia "deruba il lavoro"
Francesco denuncia ancora, così come nell’enciclica,
“l’idolatria della tecnocrazia”, che "deruba il lavoro"; esprime la sua preoccupazione
per le forti percentuali di disoccupazione dei giovani al di sotto dei 25 anni che
in alcuni Paesi europei raggiunge il 40% se non addirittura il 50. Cosa resta a questa
gioventù, commenta, se non le dipendenze, il suicidio o la ricerca di nuovi orizzonti
come la guerriglia. Francesco parla delle malattie rare, provocate dai fertilizzanti,
da un eccesso di tecnicizzazione, denuncia la desertificazione che colpisce i grandi
polmoni verdi del mondo vittime della deforestazione, spiega il nesso con le migrazioni
per la mancanza di lavoro e con il fenomeno della tratta delle persone, sempre più
sottoposte al lavoro in nero, senza contratto, senza un guadagno sufficiente alla
sopravvivenza, e di come tutto questo alimenti la delinquenza, nelle grandi città
così come nelle piccole. "Non possiamo dire - afferma - che la persona sta qui e l'ambiente
sta lì. L'ecologia è totale, è umana". Dunque, "il rispetto dell'ambiente è un atteggiamento
sociale".
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