2015-07-22 15:04:00

Migliaia i visitatori al Padiglione della Santa Sede all'Expo


Ultimi giorni per vedere il famoso quadro dell’“Ultima cena” del Tintoretto al Padiglione della Santa Sede all’Expo di Milano già ammirato da 420 mila persone. Dal 29 luglio prossimo, sarà sostituito da un altro capolavoro: l’arazzo con “L’istituzione dell’Eucarestia” di Rubens. “Non di solo pane”, il tema del percorso espositivo vaticano in cui immagini fotografiche e brevi film presentano i volti e i luoghi dove si soffre per la fame, la sete, o a causa dei conflitti, ma anche i tanti progetti di solidarietà in corso. Un Tavolo interattivo, attraverso linguaggi diversi, focalizza il valore simbolico del tavolo stesso nella nostra vita quotidiana. Ascoltiamo al microfono di Adriana Masotti, Davide Lotti, coordinatore del Padiglione della Santa Sede:

R. – Come Padiglione Santa Sede, abbiamo dall’inizio deciso di partecipare proprio per portare un messaggio che è quello della mancanza di cibo in determinate aree del globo e non solo ma anche nel nostro Paese: famiglie in grande difficoltà, rifugiati… Abbiamo tutta una parte del Padiglione che parla proprio di queste problematiche, compresi i conflitti tra l’uomo e la terra, il fattore ecologico. Inoltre, volevamo far vedere alcuni dei progetti che la Santa Sede, ma anche organismi legati alla Chiesa in generale, stanno portando avanti in varie parti del mondo. Quindi abbiamo filmati che riguardano questa cosa.

D. – Cosa fa decidere una persona ad entrare in questo Padiglione?

R. – Ci sono visitatori che entrano perché c’è il Tintoretto. Poi, ce ne sono tantissimi che entrano per il messaggio. La Santa Sede richiama proprio in termini di: “chissà che messaggio ci daranno in un Expo che parla appunto di altre cose”. Noi generalmente li facciamo anche guidare proprio da una delle nostre guide, quindi capiscono il percorso e rimangono anche, non dico stupiti, ma comunque emozionati.

D. – Su una prima parete a sinistra ci sono immagini fotografiche con questo messaggio: i volti della fame, la disuguaglianza, la sete... poi c'è il Tintoretto che abbiamo nominato e ancora, sull’altra parete, i filmati...

R. – Sono veri e propri film che durano circa tre minuti l’uno. Ne passano tre in sequenza, che richiamano alcune situazioni in Iraq, in Burkina Faso e in Ecuador. Sono film girati con personaggi veri, dove si vede un po’ della loro vita con le difficoltà che trovano - la mancanza di acqua, di pane - e come vengono aiutati dalla Chiesa o comunque da organismi legati al mondo ecclesiastico. E’ molto interessante sedersi e guardare per tre minuti, anche guardarne uno solo lascia qualcosa di emozionante dentro.

D.  –  Al centro dello spazio espositivo c’è poi un tavolo molto lungo in continuo cambiamento…

R. – Il Tintoretto rappresenta l’Ultima Cena, il primo tavolo della cristianità: l’Eucaristia, la condivisione del pane, del vino. A questo dà una continuità il tavolo di 11 metri, che è sottodiviso in 28 tavoli più piccoli, ognuno dei quali richiama un tavolo della nostra vita quotidiana. E siccome “Non di solo pane”, il tavolo non parla solamente della massaia che fa il pane, ma c’è anche il tavolo della legge, c’è il tavolo della cultura, della biblioteca, c’è il tavolo dei bambini che giocano, c’è l’altare… Per richiamare tutte quelle altre dimensioni di cui l’uomo necessita per poter vivere, dalla cultura alla spiritualità.

Ascoltiamo Stefania Vacchelli, una delle guide che accompagnano i visitatori all’interno del Padiglione, e i commenti di alcuni di loro:

R. – In questo Padiglione, entra veramente un sacco di gente, tantissima umanità, sono tutti molto curiosi di vedere cosa la Chiesa, cosa la Santa Sede propone. E anche magari per cercare una visione diversa di questo Expo. Ti dicono: meno male che ci siete voi che fate vedere un altro lato di Expo. E’ comunque il bisogno dell’essere umano che va oltre il cibo. Magari, alcuni entrano e contestano. Però, la maggior parte esce che ha qualcosa in più. E’ capitata questa signora che contestava un po’ il fatto della fame nel mondo, che, sì, c’è sempre la fame nel mondo, però noi cosa dobbiamo farci… Io ho detto: “Signora, guardi che la lotta alla fame è una cosa che la Chiesa cattolica cerca di fare”.

D.  – Oggi vedo che c’è parecchia animazione, è così tutti i giorni?

R.  – La media è sugli ottomila al giorno.

D. - Come mai siete entrati in questo padiglione e che impressione avete avuto?

R. – Siamo entrati per curiosità.

R. – Siamo entrati in questo Padiglione per vedere come anche la Santa Sede sia interessata all’energia, alla vita, attraverso quale comunicazione. Abbiamo visto questa grossa tavola imbandita con delle funzioni ordinarie di preparazione del cibo. Mi viene in mente la condivisione che Gesù ha fatto con l’essenziale, nella moltiplicazione dei pani… 

R. – Sapevo che c’era il Tintoretto, quindi sicuramente è un gradito omaggio alle persone che verranno qui. E poi volevo vedere quello che la Santa Sede fa nel mondo, cosa che non tutti conoscono.

R. – Il tema era interessante: “Non di solo pane”. E’ una cosa che io penso quotidianamente e io volevo vedere com’era rappresentato. Il percorso è un po’ minimalista… Forse avrebbe potuto essere più ricco, ma potrebbe anche stata una scelta, quella di una povertà voluta.

R. – Il nostro parroco ce ne ha parlato in questi giorni, se andavamo all’Expo di vedere questo Padiglione…

D. – E che cosa ti sembra di aver capito?

R. – Che il cibo è un diritto per tutti.

R. – Ognuno dovrebbe vedere quelle foto e dovrebbe pensare a fare qualcosa per questo mondo. Speriamo anche in questo Expo, perché si fanno tante parole, ma purtroppo c’è ancora la gente che muore di fame.








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