2015-07-22 14:01:00

Santa Sede: sviluppo Onu post-2015 tuteli dignità delle persone


Una visione d’insieme di ciò che serve per sradicare la povertà dal pianeta e non focalizzazioni di un aspetto piuttosto che un altro, dettate da interessi particolari. È un auspicio in favore della tutela della dignità umana quello che esprime la Santa Sede, alle Nazioni Unite di New York, dove in questi giorni si definiscono gli Obiettivi di sviluppo post-2015. Il servizio di Alessandro De Carolis:

Che per l’Onu la “più grande sfida globale” dell’umanità di questa prima parte del 21.mo secolo sia la cancellazione della povertà è un’affermazione del tutto condivisibile per la Santa Sede. E il rappresentante vaticano al Palazzo di vetro di New York lo ha rimarcato durante il suo intervento ai negoziati che si occupano di delineare gli Obiettivi di sviluppo successivi al 2015. Tuttavia, scardinare la “tirannia” della miseria e ampliare l’orizzonte dello “sviluppo sostenibile” affinché “nessuno sia lasciato indietro” – cercando di dare risposta “alle esigenze di tutte le nazioni e le persone, in particolare dei poveri e dei più vulnerabili” – sono mete che pur alte vanno perseguite, secondo la Santa Sede, avendo chiari anche gli obiettivi etici che devono necessariamente accompagnare l’impresa.

L’attenzione della delegazione vaticana si appunta soprattutto sulle affermazioni contenute nel preambolo e nella dichiarazione dell’agenda post-2015. Entrambe, si afferma, “avrebbero potuto parlare più direttamente dell'importanza dell'integrazione e della indivisibilità delle tre dimensioni dello sviluppo sostenibile: economica, sociale e ambientale. Ognuno di questi pilastri – si asserisce – non può di certo essere affrontato separatamente dall’altro. Ad esempio, la preferenza per la protezione dell'ambiente o per la crescita economica senza prima considerare la dignità della persona umana e il bene comune della società nel suo complesso sarebbe in contrasto con la natura stessa dell’agenda”. Del resto, si ricorda, Papa Francesco nell’Enciclica “Laudato si'”, lo ha detto chiaramente: le strategie “per una soluzione richiedono un approccio integrale per combattere la povertà, per restituire la dignità agli esclusi e nello stesso tempo per prendersi cura della natura”.

A questo scopo, si conclude, la Santa Sede incoraggia “la mobilitazione di risorse finanziarie e non finanziarie” attraverso tutti i canali – scienza, tecnologia, assistenza, innovazione – soprattutto in favore dei “Paesi meno sviluppati, quelli senza sbocco sul mare, le piccole isole in via di sviluppo, i Paesi in situazioni di conflitto e post-conflitto” e tutti quelli che “si trovano in situazioni particolari”.








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