2015-07-23 12:22:00

Cattolici filippini aderiscono a petizione sul clima


20 milioni di firme per chiedere ai leader mondiali che si riuniranno a Parigi a dicembre per il Summit dell’Onu sul clima (Cop21) un taglio drastico alle emissioni dei gas serra e contenere così l’aumento della temperatura del Pianeta sotto la soglia cruciale di 1,5 gradi e aiuti ai Paesi più poveri e più esposti ai cambiamenti climatici. E’ l’ambizioso obiettivo che si prefigge  di raggiungere la Petizione Cattolica sul Clima, promossa dal Global Catholic Climate Movement (Gccm), una rete globale di 140 di organizzazioni cattoliche creata lo scorso gennaio per sollevare una voce forte in vista delle importanti decisioni che dovranno essere prese nella capitale francese.

La mobilitazione della Chiesa filippina contro i cambiamenti climatici
L’iniziativa risponde all’invito rivolto da Papa Francesco nell’Enciclica “Laudato sì” ad agire per fermare la distruzione del Pianeta e salvare la nostra “casa comune”. Un’esortazione - riporta il quotidiano britannico “The Guardian” - accolta con entusiasmo dai movimenti ambientalisti cattolici delle Filippine  che hanno aderito all’iniziativa del Gccm con l’obiettivo di raccogliere 10 delle 20 milioni di firme richieste. L’emergenza ambientale è infatti molto sentita dall’opinione pubblica del Paese, uno dei più colpiti in questi ultimi anni dai fenomeni climatici estremi, tra i quali si ricorda, Haiyan, il più devastante tifone di tutta la sua storia. Un terzo dei cittadini filippini considerano l’emergenza ecologica il problema più grave nel mondo oggi. Una preoccupazione condivisa dalla Chiesa, che da anni si batte contro lo sfruttamento indiscriminato delle risorse naturali del Paese, denunciando, come Francesco, lo stretto legame tra distruzione dell’ambiente e povertà.

I  vescovi: non siamo padroni, ma custodi della Terra 
Questa posizione è stata ribadita due giorni fa in una dichiarazione dei vescovi pubblicata in vista del Cop21, dove si sottolinea come l’Enciclica “Laudato si’”  ci insegni che “il cuore della questione dei cambiamenti climatici è la giustizia sociale” e che  “non siamo proprietari della Terra bensì custodi e dobbiamo avere cura delle sue risorse, non solo per noi, ma anche per le prossime generazioni”. (L.Z.)








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