2015-07-23 13:36:00

Nasce l'associazione "Giornalisti amici di padre Dall'Oglio"


“Giornalisti amici di padre Dall'Oglio”, è questo il nome dell’associazione nata a due anni dal sequestro in Siria del missionario gesuita padre Paolo Dall’Oglio, avvenuto a Raqqa, il 29 luglio 2013. La presentazione è avvenuta oggi presso la Federazione Nazionale della Stampa  promossa da un gruppo di giornalisti amici del sacerdote. All’evento c’era per noi Alessandro Filippelli:

Ricordare il suo impegno al dialogo tra culture e religioni, ricordare il suo impegno civile, sociale, spirituale. Si può sequestrare un uomo ma non si può sequestrare il suo pensiero. Questo è il messaggio dei giornalisti dell’associazione. “Chi ha rapito padre Paolo – dicono ad una sola voce i promotori - non ha sequestrato la sua testimonianza di fede, il suo impegno, il suo servizio”. Padre Luciano Larivera, scrittore della Civiltà Cattolica:

“Fare questa associazione ‘Giornalisti Amici di padre dall’Oglio’ dice che lui è un cittadino italiano e quindi gli italiani devono farsene carico affettivamente, come di altri cittadini italiani rapiti. In fondo ha svolto una attività giornalista nell’ultima parte della sua vita apostolica, oltre ad essere sempre stata una persona che ha collaborato con i giornalisti. Quindi è un dire “no” a quest’uso del sequestro come arma di intimidazione, che poi è un atto di terrorismo terribile, perché uno quasi si trova nell’angoscia di sperare quasi che un amico sia morto piuttosto che saperlo prigioniero dell’Is sotto chissà quali pressioni e torture… Da un lato viverlo profondamente questo evento e nella fede sapere che ognuno è vivo in Cristo, è vivo in Dio: quindi saper cogliere anche gli elementi di resurrezione cristiani, cioè il suo pensiero, il suo esempio. Lui è lì dove voleva essere, nel modo in cui lui voleva essere, mischiando la sua carne nel sangue e nella terra di questo popolo. Comunque - speriamo che venga liberato - porterà nel suo corpo le stimmate di questa liberazione e di questo dolore. La sua passione non finisce, anche se liberato. Anche se il suo cuore è in Siria, con i siriani, con un popolo oppresso resterà – tra virgolette – nella sofferenza”.

Da due anni non si hanno notizie certe su padre Dall’Oglio. Per 30 anni ha vissuto e lavorato nel suo Paese d’adozione, la Siria, per promuovere il dialogo fra gli esponenti della religione islamica e quelli della religione cristiana. Spesso sono emerse, in questi anni, delle notizie sulla sua morte o sulla sua prigionia. Tuttavia questi fatti non sono stati mai confermati. Immacolata Dall'Oglio, sorella di padre Paolo Dall'Oglio:

“L’iniziativa di oggi degli amici giornalisti di padre Paolo è una iniziativa che, in qualche modo, mostra la molteplicità di relazioni, di messaggi che Paolo aveva lanciato e curato nel suo operato. Anche noi, in questi due anni di attesa, abbiamo toccato con mano questa molteplicità di relazioni come un filo di Arianna, che è proprio frutto della sua vocazione, dell’essere in dialogo e di lavorare per il dialogo e per l’apertura all’altro, anche nei contesti difficili nei quali lui operava. Questa vicinanza, questo affetto espresso da chi si impegna in queste iniziative, in qualche modo, se devo parlare per me, scalda il cuore e ci dà l’idea che Paolo è pensato. E questo aiuta! Mi auguro che aiuti lui in prima persona e aiuta anche noi che gli vogliamo bene. In questo percorso – devo dire – che l’essere presi per mano, mano nella mano, con lo staff della Farnesina, ci aiuta in questa difficile attesa”.








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