2015-07-23 14:20:00

Usa: chiusura della base di Guantanamo "nelle fasi finali"


Il piano di Obama per chiudere il carcere di Guantanamo a Cuba è “nelle fasi finali” e sarà presto presentato al Congresso. Lo afferma la Casa Bianca, che considera la questione una priorità dopo la riapertura delle relazioni internazionali con l’isola caraibica. Nella prigione militare sono rinchiuse da oltre tredici anni oltre un centinaio di persone legate al terrorismo internazionale, spesso senza capi d’imputazione né processi. Su questa importante decisione Michele Raviart ha intervistato il giornalista Dennis Redmont, ex-direttore dell’Associated Press Italia:

R. – “Siamo alla stretta finale” è un modo di dire. Siamo proprio all’inizio di una battaglia politica di Obama. Obama, tre giorni dopo essere stato eletto, ha promesso di chiudere Guantanamo. Questa promessa gli è stata richiesta da alcune frange del partito democratico in America, perché i repubblicani non sono d’accordo per la chiusura e sappiamo che il Congresso americano è dominato dai repubblicani. Anche i militari, però, non sono a favore. Il fatto, quindi, che abbia svelato un piano, non vuol dire che riuscirà.

D. – Quanto è importante questa chiusura di Guantanamo nella politica di Obama? E’ una cosa solo simbolica? Ricordiamo che Guantanamo è stato uno dei simboli negativi dell’amministrazione Bush e del periodo post 11 settembre…

R. – Ci sono due fattori. Primo: in America una promessa elettorale è una promessa elettorale e perciò il presidente che compie le promesse elettorali è visto come un grande presidente. Secondo: per la reputazione globale degli Stati Uniti, questo potrebbe essere l’inizio di un nuovo corso dove gli Stati Uniti sono visti in modo molto più positivo che durante l’amministrazione Bush. Sta chiudendo, infatti, una prigione che, francamente, è diventata un simbolo ed è stata utilizzata nella propaganda di tutti i gruppi che si oppongono agli Stati Uniti e ai suoi alleati.

D. – A livello di diritto internazionale, che cosa implica la chiusura di Guantanamo? Ci sono ormai poco più di un centinaio di detenuti e sono in gran parte accusati di far parte del terrorismo internazionale, quando sono accusati di qualcosa nello specifico. La chiusura riporta questi terroristi o presunti terroristi nell’alveo del diritto? Che cosa ne sarà di loro?

R. – Sarebbe molto interessante fare un elenco di dove sono stati trasferiti alcuni di questi terroristi, perché ce ne erano molti di più prima. Alcuni li ha presi l’Uruguay, altri il Portogallo, altri l’Africa. Alcuni di questi sono stati accettati nelle prigioni di altri Paesi, perché il loro processo potesse continuare. Ma a livello della legislazione internazionale, certamente questo crea un dilemma, perché sono stati portati lì anche senza un processo.

D. – Quindi è improbabile che questi detenuti vengano, almeno nel breve periodo, giudicati negli Stati Uniti?

R. – Questo è il grande interrogativo. Come il problema della possibilità che anche un solo prigioniero di Guantanamo poi si ritrovi nell’Is, nel Daesh, e si dimostri che il fatto che l’America abbia cambiato idea su Guantanamo crei un pericolo (per gli Stati Uniti).

D. – Quanto su questa decisione pesa la riapertura delle relazioni diplomatiche fra Stati Uniti e Cuba e il ruolo del Vaticano?

R. – La chiusura di questa prigione non può non essere relazionata con le negoziazioni diplomatiche. Perciò sta venendo a fruizione un progetto in atto praticamente da 6 anni, da quando Obama è stato eletto. Visto il ruolo preminente del Vaticano nel ristabilimento delle relazioni tra Stati Uniti e Cuba, la prossima visita del Pontefice in America metterà certamente questo tema sull’agenda.








All the contents on this site are copyrighted ©.