2015-07-23 14:48:00

Violenze in Indonesia. Il nunzio: episodi isolati, prevale tolleranza


“Sono episodi drammatici ma isolati, nel Paese prevale un clima di tolleranza”. Queste le parole del nunzio apostolico in Indonesia, mons. Antonio Guido Filipazzi, a commento delle violenze a sfondo religioso registrate negli ultimi giorni nel Paese asiatico. Fonti locali parlano di un morto, si tratterebbe di un manifestante colpito dalla Polizia e del danneggiamento di due chiese e una moschea. L’allerta diramata ieri dal governo, spiega mons. Filipazzi, mirerebbe dunque a prevenire ulteriori violenze. Ascoltiamo il presule al microfono di Giacomo Zandonini:

R. – Il mese del Ramadan si è svolto, in generale, in maniera pacifica e serena. Però prima dell’inizio del Ramadan e in seguito c’è stata una tensione a Giacarta, non riguardante i cristiani, ma riguardante un piccolo gruppo che viene considerato eterodosso, quello degli Ahmadiyya, un gruppo fondamentalista ha cercato di impedire la loro preghiera. Durante il Ramadan ci sono state anche delle tensioni nella zona di Yogyakarta, in Java centrale, soprattutto con proteste da parte di piccoli gruppi musulmani, che hanno messo in discussione il permesso di azione e di attività di alcuni luoghi di culto cristiani. Infine, dopo la conclusione del Ramadan, nella città di Tolikara c’è stato uno scontro fra membri della Evangelical Church of Indonesia, che avrebbe cercato di impedire ai musulmani locali di radunarsi per celebrare la fine del Ramadan. Una moschea è andata a fuoco, insieme anche ad alcuni negozi, c’è stato un intervento della polizia ed è stato registrato un morto e alcuni feriti. Questo episodio è avvenuto in Papua, in una zona maggioritariamente cristiana. Si tratta di episodi puntuali, che si sono verificati in zone molto limitate. Ovviamente questo crea sempre delle preoccupazioni, anche nelle autorità.

D. – Negli ultimi giorni c’è stato un intervento delle autorità e delle forze di polizia proprio in questo senso…

R. – Sì, sì. Esatto. Tutti hanno chiaramente ricordato che occorre preservare questa caratteristica dell’Indonesia, che - pur essendo maggioritariamente musulmana - è un Paese pluriforme anche dal punto di vista religioso e ha una tradizione di convivenza pacifica, che dura tutt’ora nella gran parte dei casi.

D. – La Chiesa cattolica ha dei rapporti con le comunità religiose, quelle musulmane come con le altre comunità del Paese...

R. – La Chiesa cattolica ha molti rapporti. Vorrei solo ricordare che proprio in occasione della fine del Ramadan è abbastanza comune che ci siano visite alle famiglie musulmane e addirittura durante il Ramadan, anche con le istituzioni cattoliche - è capitato anche qui a Giacarta con l’arcidiocesi - si organizza il pasto con cui si conclude il digiuno della giornata. Vengono anche offerti dei doni ai musulmani più poveri e alle famiglie più disagiate. Quindi anche la Chiesa cattolica, con i suoi membri, partecipa a questo momento così particolare dei cittadini islamici.

D. – Nel Paese prevale un clima di rispetto reciproco fra le comunità e di convivenza?

R. – Sì. Questa è un po’ la situazione e, allo stesso tempo, questo è anche un impegno, perché una situazione del genere non è conseguita una volta per sempre, ma deve essere custodita e deve essere preservata sempre di più, anche favorendo – dal punto di vista della legislazione e dell’amministrazione – tutto ciò che permette di creare una maggiore convivenza pacifica e garantendo ciò che fa parte del diritto di libertà religiosa di tutti.

D. – C’è questo impegno da parte delle istituzioni?

R. – E’ difficile dare un giudizio, perché essendo l’Indonesia un Paese così grande, dove vi è una decentralizzazione amministrativa molto forte, è chiaro che ogni situazione è abbastanza diversa e quindi anche i comportamenti delle autorità possono essere diversi da luogo a luogo. Mi sembra di poter dire che questa attenzione a preservare la coesistenza pacifica, a livello di religioni diverse, è certamente attestata continuamente dal governo in carica.








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