2015-07-24 10:54:00

Scioperi a Roma. Il Garante: inascoltato su moratoria per Giubileo


Trasporti pubblici ancora nel caos. A Roma ci sono ancora ritardi sulle linee metro A e B, mentre a Fiumicino si registrano oltre 60 cancellazioni di voli per lo sciopero di 24 ore di piloti e assistenti Alitalia proclamato da Anpac. Uno sciopero giudicato non opportuno da Roberto Alesse, presidente dell`Autorità garante per gli scioperi, che denuncia anche come la sua richiesta di "tregua sindacale" durante il Giubileo sia caduta "completamente nel vuoto". Alessandro Guarasci ha sentito lo stesso Alesse:

R. – In Italia, si continua a scioperare ancora troppo – dati alla mano – se si guarda anche all’esperienza europea. I servizi pubblici essenziali devono funzionare sempre in modo regolare, con efficienza. Quindi lo sciopero, in questo settore, dovrebbe essere l’ipotesi residuale. Invece assistiamo ad un conflitto collettivo di lavoro, in questo settore, che continua ad essere molto alto, perché le cause sono strutturali e non si riesce a rimuoverle al fine di prevenire il conflitto collettivo di lavoro.

D. – Lo sciopero del trasporto aereo era opportuno farlo in un momento, in sostanza, di esodo estivo?

R. – No, secondo me no.

D. – Lei è soddisfatto della precettazione di lunedì 27 dei lavoratori del trasporto pubblico a Roma, che avevano indetto uno sciopero?

R. – Certamente, noi l’abbiamo sollecitata ai sensi dell’art. 8 della Legge 146 del ’90. Il danno all’utenza continua ad essere veramente un danno costante e da questo punto di vista bisogna assolutamente porgli rimedio. Anzi, più volte io ho auspicato che il governo e il parlamento modificassero la legge e attribuissero direttamente all’Autorità di garanzia per gli scioperi il potere di precettazione.

D. – Nel frattempo, il trasporto pubblico a Roma è letteralmente nel caos. Si parla di "sciopero bianco", a volte metro che passano ogni 20-30 minuti. Voi a che cosa siete arrivati su questi forti disservizi, che sono tuttora nella capitale?

R. -  E’ vero che è stato raggiunto qualche giorno fa un accordo su come rilanciare le relazioni industriali. Vedremo se questo accordo sortirà effetti benefici, ma fino adesso certamente notiamo una grande difficoltà di dialogo. Abbiamo un’azienda che non riesce ad approntare un piano di ristrutturazione industriale all’altezza della situazione; abbiamo un “universo mondo” di sindacati che guarda al futuro con la lente di ingrandimento del passato. Devo dire che entrambi sono responsabili dell’aggravamento del conflitto, a danno dell’utenza.

D. – Ma voi, a Roma, avete accertato dei boicottaggi?

R. – Noi abbiamo aperto un fascicolo e quando avremo gli elementi istruttori decideremo sul da farsi.

D. – Con queste basi, che Giubileo ci dobbiamo aspettare quando arriveranno a Roma circa 33 milioni di pellegrini e turisti? Possiamo pensare ad una moratoria degli scioperi per un anno?

R. – Certamente nel 2000, tutti i protagonisti del conflitto, anche su input dell’Autorità di garanzia e del governo, si misero intorno ad un tavolo e firmarono un protocollo di intesa, di tregua sindacale. Io ho rilanciato questo tema, ma è caduto completamente nel vuoto - ho scritto al governo, ho scritto alle parti della realtà sociale  - nessuno ha raccolto questo invito. Sarebbe opportuno, effettivamente, che si aprisse un dialogo immediato, perché nessuno sa quello che potrebbe accadere.

D. – La legge sugli scioperi è datata e se lei dovesse fare una modifica quale farebbe subito?

R. – Certamente c’è da inasprire tutto l’apparato sanzionatorio, che è inadeguato rispetto a certi comportamenti abnormi, che vengono posti in essere, non soltanto dalle aziende, ma anche da singoli lavoratori. Mi preme dire, però, che è arrivato veramente il momento di trasformare l’Autorità di garanzia per gli scioperi in una autorità a tutti gli effetti delle relazioni industriali, perché da questa situazione di cronicizzazione dei problemi si esce veramente andando a studiare a fondo le cause da cui origina lo sciopero; un’autorità che a tutti gli effetti si cali nel merito delle controversie di lavoro, anche con forti poteri di conciliazione. Non possiamo dare soltanto risposte sul piano della repressione dei comportamenti, bisogna prevenire il conflitto collettivo di lavoro.








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