2015-07-28 13:18:00

Estate solidale: Caritas ambrosiana a sostegno dei bisognosi


“Emergenza agosto, Caritas non va in vacanza”: questa l’iniziativa presentata stamattina a Milano da Caritas ambrosiana per illustrare il ricco programma di iniziative a sostegno delle persone sole e maggiormente bisognose. Elvira Ragosta ne ha parlato con il direttore della Caritas del capoluogo lombardo, don Roberto Davanzo:

R. – Ci sono delle criticità più "storiche": gli anziani che rimangono soli, che fanno fatica a uscire di casa… Da diversi anni, nel mese di agosto, ci mettiamo a disposizione per una consegna pasti, ogni anno in un quartiere diverso della città, in collaborazione con il Comune. Offriamo loro oltre che il pasto, anche la possibilità di essere accompagnati magari a una visita, piuttosto che di far la spesa. E c’è un quartiere in particolare a Milano – il quartiere Forlanini – dove la Caritas è molto presente, e nel mese di agosto, oltre a tenere sempre aperto un centro d’incontro per loro, organizza anche il pranzo insieme. Poi naturalmente abbiamo a che fare con la criticità rappresentata - come possiamo bene immaginare - dal flusso dei profughi e dei migranti. Le nostre cooperative, che gestiscono spazi di accoglienza, ospiteranno in questo mese più di 700 persone. Gli arrivi dei migranti specialmente nel periodo estivo - lo sappiamo tutti - aumentano, e quindi a maggior ragione non possiamo tirarci indietro. E poi non ignoriamo un’altra atavica criticità, che è tutto il mondo dei gravi emarginati, dei senza dimora, per i quali la Caritas garantisce oltre che una struttura di dormitorio per una sessantina di persone, anche un centro diurno.

D. – A proposito di cibo e delle spreco del cibo di cui si parla anche a Expo a Milano in questi mesi, sono tante le iniziative di Caritas: tra queste c’è la “Cena sospesa” a cui aderiscono 28 ristoranti milanesi, e poi un’iniziativa che avete previsto per il giorno di Ferragosto con l’Osservatorio di Milano: ce le può raccontare?

R. – Sì, questa iniziativa della “Cena sospesa” prevede la possibilità, nei ristoranti di Milano che hanno aderito, per i loro clienti di lasciare un’offerta in una teca sigillata: offerte che poi alla fine del mese di ottobre verranno trasformate in “ticket restaurant” per le persone da noi variamente seguite, che possono usufruire di qualche ristorante per concedersi un pranzo o una cena. Questa iniziativa si lega poi a tutte le iniziative di tipo alimentare – noi abbiamo delle mense storiche a Milano gestite dai frati cappuccini che erogano più di 2000 pasti al giorno. Ma poi abbiamo queste piccole esperienze distribuite un po’ su tutto il territorio, legate a Caritas, che erogano circa 500 pasti al giorno e si avvalgono di centinaia di volontari. Ma il punto è che noi siamo convinti che la questione vera non sia soltanto una questione di “stomaco da riempire”… siamo convinti che il vero problema sia – come per gli anziani – quello di sconfiggere una solitudine. Ecco che abbiamo allora colto l’offerta, l’invito, dell’Osservatorio di Milano – realtà nata già da diversi anni per l’intuizione di Massimo Todisco – e vorremmo che alcuni degli ospiti dei nostri centri o persone senza dimora possano essere ospitati per il pranzo di Ferragosto in una famiglia. Il problema – ripeto – non è quello di sfamare qualcuno, semmai quello di regalare qualche ora di simpatica amicizia, di fraternità, di convivenza.

D. – Sono 1000 i volontari della Caritas Milano per queste iniziative di agosto: quanto è importante la loro funzione?

R. – I volontari sono il segno, la cartina di tornasole, che la nostra azione culturale-educativa produce dei risultati: è facile dare dei soldi! La cosa più difficile da regalare è il tempo, perché i soldi si rifanno, il tempo non ritorna… E certo non ce la faremmo a fare tutto quello che facciamo se dovessimo pagare degli operatori stipendiati. Ma, d’altra parte, ci servono per capire se il nostro modo di fare la carità è capace di contaminare. Tanto quanto in una società cresce il numero di chi regala delle ore della propria vita, piuttosto che dei soldi: questo diventa l’indicatore dell’efficacia di un’attività caritativa.








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