2015-07-30 14:30:00

Los Angeles. Messa per gli immigrati: segno di speranza


“Siete un segno di fede e di speranza, un segno della fede della Chiesa e della speranza degli Stati Uniti”: con queste parole l’arcivescovo di Los Angeles, mons. José Horacio Gómez, si è rivolto ai partecipanti alla tradizionale “Messa di riconoscimento degli immigrati”, celebrata nei giorni scorsi nella cattedrale di Nostra Signora degli Angeli. Nell’omelia il presule di origini ispaniche ha ricordato l’importanza della presenza degli immigrati nel Paese, invitando i cittadini statunitensi ad “aprire i loro cuori” e le autorità a lavorare per una riforma dell’immigrazione “giusta, efficace e immediata”.

Gli immigrati fanno parte della storia degli Stati Uniti
Mons. Gómez ha sottolineato che gli immigrati fanno parte della storia di Los Angeles, della California e di tutti gli degli Stati Uniti, “un Paese  costituito da tante nazionalità e popoli”: “Lo spirito migrante – ha aggiunto - è anche lo spirito della Chiesa cattolica universale, che è un popolo pellegrino, la famiglia di Dio proveniente da tutti i Paesi e da tutti i confini della Terra”.

Un sistema migratorio che non funziona
Commentando la prima lettura del giorno, l’arcivescovo di Los Angeles, ha osservato che a volte “ci sentiamo un po’ come il profeta Geremia e siamo tentati di dire: ‘Guai a quei pastori che fanno perire e disperdono il gregge del mio pascolo’, perché purtroppo alcune persone della nostra società agiscono come quei pastori, lasciando che i nostri fratelli e sorelle immigrati soffrano per un sistema migratorio che non funziona”.  Un sistema che disperde  e respinge ai loro Paesi di origine “milioni di brave persone, madri, padri, sorelle fratelli e figli”.

Non perdere la speranza e impegnarsi per fare dell’America una casa ospitale
Mons. Gòmez ha esortato a non perdere la speranza, perché nella società e nella Chiesa esistono anche tanti “buoni pastori “ che hanno a cuore la sorte degli immigrati;  perché Dio non ci abbandona e perché, come ha detto Papa Francesco in Paraguay, “la Chiesa è una madre con un cuore aperto”. Quindi in conclusione l’invito “a continuare a pregare e ad impegnarsi per la riforma dell’immigrazione e per la dignità degli immigrati e per fare di Los Angeles e l’America una casa accogliente e ospitale”. (A cura di Lisa Zengarini)








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